1. Una storia, mille riflessioni.


    Data: 01/10/2017, Autore: unoduetre

    ... mia ragazza naturalmente si tolse, scostò la testa e lo lasciò schizzare sporcandosi appena i capelli. Lui non obiettò, finì il suo orgasmo pulendo l’uccello con un fazzoletto preso dalla sua scrivania ed aspettò, poi una volta moscio lo ripose nelle mutande.Di quello che era accaduto quasi non ne parlammo, forse ci fu vergogna per entrambi, alla fine non era così che avevamo pensato di tirare avanti, ma l’ambizione è un sentimento che abbiamo sempre condiviso e quella era stata una bella risorsa.Continuammo con l’imprenditore ed alcuni suoi amici per un bel po’ di tempo, investimmo tutto in una piccola impresa tessile allestita in un garage affittato, grazie a quelle nuove conoscenze cominciammo a vedere qualche risultato nel giro di pochi mesi e dopo un paio di anni ci sposammo.All’inizio i nostri amici avevano paura che con il matrimonio non avrebbero potuto più usufruire dei soliti servizi, ma un po’ per piacere e un po’ per ambizione, non negammo mai a nessuno ciò che era abituato a trovare da noi.Nel piccolo giro erano entrati altri vari imprenditori. Concessionari d’auto, titolari di ditte edili, gioiellieri, pellicciai, tutti ponti a pagare per andare con mia moglie.Ovviamente in tutto questo erano cambiate sia le esigenze che cifre.A volte la chiedevano per un fine settimana, altre per notti intere e le sue prestazioni non si limitavano più a soliti pompini a domicilio, c’era chi amava incularla, chi le chiedeva indumenti usati, chi amava venirle dentro fingendo di ...
    ... essere me e tante altre stranezze che terminarono quando alcune voci cominciarono a circolare anche fuori dal giro.Fu faticoso smettere, paradossalmente ci piaceva, tutti quei soldi e quelle avventure, eravamo arrivati in alto, ma piuttosto che perdere tutto preferimmo tornare nella nostra città con le tasche piene ed un azienda avviata che ci permetteva di vivere dignitosamente.Resistemmo un paio di anni, poi presi da una strana nostalgia ricominciammo.Il primo fu il meccanico. Cento euro e glie lo avrebbe succhiato in officina all’ora di pranzo.Nessuno sapeva che stavamo bene, passavamo per gente normale e fingere col meccanico di avere bisogno fu facilissimo.Per un momento mi sembrò di essere tornato alla prima volta di tanti anni prima, con un lui molto meno affascinante ma quantomeno ben dotato.Fu bello rivedere mia moglie accovacciata a succhiare ancora una volta un cazzo, fu emozionante.Di li a poco ci ritrovammo quasi nella stessa situazione, ma molto ridimensionata.La gente che veniva era di tutt’altra fattura. Impiegati, qualche pensionato, d’imprenditori nemmeno l’ombra e la differenza c‘era.Non per i soldi, ormai ne avevamo e non erano le cento o le trecento euro a settimana a cambiare le cose, era il buon gusto a mancare in questi uomini, una colla di mariti sfigati, di quarantenni che abitavano ancora con le madri, impiegati pezzenti e senza garbo che schizzavano senza nemmeno dirle che stavano per farlo.Io li detesto gli impiegati, Fantozzi che negano di essere ...