Il nuovo armadio (seconda parte)
Data: 10/12/2018,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: Foro_Romano
... Ahhh, siiii, cosiiii. Adesso sali, senza staccare la lingua, così, lungo il cazzo, siiiii, fino alla cappella, siiii, ahhhh. Prendila, adesso”. Il piccolo Andrea ci si tuffò sopra a bocca aperta per prenderne il più possibile e cominciò un super pompino. Pochi minuti e Giulio, accanto a loro, affascinato dalla scena, col grosso cazzo in mano, pretese lo stesso trattamento. Subito il cucciolo si voltò a ciucciarlo con non meno trasporto. Passò dall’uno all’altro per un po’ finché le due aste erano completamente bagnate dalla sua saliva, che colava fino a quei favolosi coglioni pendenti.
“Basta adesso, passiamo al letto”. Giulio fu più veloce e ci si sdraiò sopra “Piccolo, vieni qui, continua quello che stavi facendo” e protese la sua proboscide in avanti. Andrea salì in ginocchio sul letto, con la bocca all’altezza di quel bellissimo attrezzo del piacere e col culetto proteso oltre il bordo, alla mercé di quella belva di Vincenzo. A tal vista, quello si tuffò col viso, baffi e lingua in quel solco. Si dette un po’ da fare a bagnare quel buco mentre l’altro cazzo veniva avvolto dall’ormai pratica cavità orale di quella troia affamata. Si sentivano solo lappate, grida di godimento, grugniti e gemiti.
Era il momento buono. Il maschio dietro si alzò, il suo cazzo aveva raggiunto dimensioni incredibili: duro come il marmo, ricoperto di vene paonazze dal desiderio. Lo puntò e dette un’unica, potente spinta, come faceva lui, senza preoccuparsi del dolore che infliggeva. Fu un ...
... lampo. Un urlo riempì la stanza e subito una mano lo silenziò. L’animale cominciò a pompare senza ritegno, grugnendo e sbuffando come un toro. Giulio riprese la testa del ragazzo e la piazzò sul suo cazzo, accarezzandola, quasi a consolarlo di tanto dolore e, dopo un po', forse per evitargliene oltre disse “Dammelo a me, adesso lo voglio io”. “Si certo, hai ragione” gli rispose l’altro sfilandosi come un tappo di bottiglia, anche per non venire subito. “Vieni sopra”. Il volto del ragazzo, rigato di lacrime, si alzò a guardare il suo “salvatore”. Venne in avanti e lentamente si impalò su di lui godendolo centimetro dopo centimetro, questa volta con calma, anche perché era un po’ più piccolo dell’altro.
Vincenzo, massaggiandosi la nerchia che non aveva perso niente in erezione, si avvicinò col viso a vedere le espressioni di goduria del piccolo frocio che, appoggiato con le mani sul torace peloso andava su e giù. “Ti piace, ehh? Se proprio una grande zoccola! Chi lo direbbe, con questo visino angelico che ti ritrovi. Viso d’angelo e culo da mignotta. L’ideale!” Quelle parole non facevano altro che eccitare ancora di più i due che scopavano e Giulio, preso dalla foia, volle prenderne le redini. Sollevò un poco il piccolo corpo e cominciò a dare potenti colpi verso l’alto con l’intenzione di entrare il più possibile dentro.
“E’ il momento buono per finire di sfondarti, piccola troia. Adesso diventerai la zoccola più zoccola e più sfondata del mondo”. Si piazzò dietro di lui, ...