Chissà quale è il tuo nome
Data: 11/12/2018,
Categorie:
Etero
Autore: Marta Carloni
Ok, di nuovo, chiedo la vostra comprensione, racconto esperimento, scritto dal punto di vista maschile. Scritto e pubblicato di getto (anche per questo imploro pietà), critiche e commenti sempre bene accetti, speriamo bene. Buona lettura Musica jazz in sottofondo, note leggere e poco impegnative a colorare un ambiente piacevole, un po' sincero, un po' misterioso, come se il locale intero gridasse di essere se stessi, di sentirsi liberi e di vivere, di sentire il ritmo della vita insieme a quello della musica. È uno dei miei locali preferiti qui in città, così tranquillo e quasi sempre frequentato da gente interessante; o per lo meno vera, senza i freni di una società di apparenze a contenerli. Mi guardo intorno con calma, studio i presenti, le coppie sedute ai tavolini appartati che parlottano piano, alcuni con gli occhi accesi di desiderio, tesi verso la loro preda, altri rilassati, una sigaretta in mano e un bicchiere da whisky sul tavolo, occhi interessati, occhi stanchi, occhi vogliosi, la varietà dell'uomo contenuta in una stanza. Mi avvicino al bancone, so bene che è lì che troverò chi cerco. Era sola quando l'ho vista fuori dal locale, le cuffiette nelle orecchie e una sigaretta in bocca, i capelli scuri lasciati liberi di ondeggiare con il vento, gli occhi fissi su un qualcosa che solo lei stava vedendo, probabilmente ciechi alla realtà ma ben fissati su quello verso cui correva la sua mente. Portava un vestito argentato fino a metà coscia, le spalline sottili ...
... lasciavano nude due spalle magre, sembrava una di quelle persone con la testa sulle spalle ma i piedi fra le nuvole e mi aveva incuriosito, volevo sapere cosa stava guardando, cosa stava pensando, volevo entrare nella sua mente. E infatti la trovo li, ancora sola, con quello che sembra un long island sul bancone, le gambe accavallate e il volto rivolto al piccolo palco su cui il complesso si sta esibendo. Mi avvicino, sicuro di me, ho sempre avuto un discreto successo con il genere femminile, merito del mio aspetto fisico forse, ma credo soprattutto del mio atteggiamento, di chi sa che non riceverà un rifiuto. Lo so, può sembrare stupido, come può una persona quasi strafottente riscuotere successo? eppure è così, è come se rappresentassi una sorta di sfida. Mi siedo accanto a te, in silenzio, sembri presa dalla musica e voglio lasciarti il tuo spazio; il barista, mi conosce bene ormai, mi porta il solito, uno jeger con ghiaccio, lo appoggia sul bancone e vedo un guizzo di complicità nel suo sguardo, come a dire che ha capito cosa voglio. La musica diminuisce lentamente fino a spegnersi, e tu ti volti per tornare al tuo drink, hai gli occhi lucidi, come se le note che ancora aleggiano nell'aria ti avessero raccontato una storia dolcissima e straziante, porti le labbra alla cannuccia, labbra scure, non troppo carnose, e prendi un lungo sorso, con calma. "Sono bravi vero?", e ti giri verso di me, ora i tuoi occhi sono fermi, mi guardano fisso, occhi verdi, occhi sinceri, velati di un ...