Irresistibile Elena
Data: 20/12/2018,
Categorie:
Etero
Autore: Allorbert
... nella collezione di vinili. Elena era davanti a me, anche lei con un bicchiere in mano ricolmo di amaro. China sulla scomoda sedia richiudibile in legno, poco lucida, ascoltava la musica e riproduceva il motivetto con il più classico dei �na na na na� muovendo la testa.�Ci credi che la tua ragazza non è riuscita a rimediarmi un cazzo in quasi sei mesi?� sbottò Elena.La mia ragazza si voltò, non la guardai. Io, alticcio �cosa vuol dire? O meglio, definiscimi meglio il valore che dai alla parola cazzo�.�Eh cosa vuol dire?! - Elena alzò lo sguardo verso la mia ragazza - cazzo è cazzo, quello che mi manca da quando sto qua. E io ho chiesto a lei di procurarmene uno, ma niente, lei si tiene tutto per sé. O forse non ne conosce perché tanto ha sto bel pezzo di manzo � mi indicò.Evitai di voltarmi ancora, non volevo incrociare lo sguardo della mia ragazza la quale reagì con un secco �hai scelto la persona sbagliata, fidati�.La situazione era critica, ma ancora salvabile. Tutto andò in frantumi quando Elena, agitando il bicchiere e facendo cadere due gocce di amaro sul pavimento esclamò �e allora condividi no?� indicando me, la mia patta.Scossi la testa, ma evitai ancora di incrociare lo sguardo della mia ragazza, ricomponendomi sul divano.�Dai, sei andata Elena � disse la mia ragazza facendo una pausa, nervosissima - e andiamo anche noi. Torniamo a casa.�Non la rivedemmo più per quattro mesi.Giugno era vicino, il caldo era arrivato molto prima del previsto.Era una ...
... giornata bella. Bella davvero. Non avevo nessun appuntamento, mi avevano lasciato addirittura la mattinata libera, e dovevo solo spararmi quattro ore di ufficio di pieno ozio.Preso da questa felicità passeggera e primaverile, decisi di non prender l�auto e far due passi.La strada era silenziosa, si sentivano i miei passi e i colpi di tosse di un uomo in giacca e cravatta dal marciapiede opposto.Faccio altri duecento metri, ed ecco che mi ritrovo Elena, seduta da sola alla fermata dell�autobus.Scorsi per prima le sue gambe, accavallate, con un piede a penzoloni che tratteneva precariamente l�infradito dorata. Lo stacco di coscia generoso sia per lunghezza sia per consistenza terminava lì dove iniziava un bel vestitino blu notte con bretelline che scomparivano sulle spalle e creavano uno stretto con i suoi ricci che cadevano disordinati poiché raccolti in una coda approssimata.Lo sguardo imbronciato di chi aspetta l�autobus da troppo tempo, arricchito dalle lentiggini chiare e discrete accentuate dal primo sole cocente.�Ehi, chi si rivede?!� esordisco spuntando all�improvviso.�Ehi ciao� risponde Elena alzando lo sguardo sbigottita. Un po� perché strappata via dai suoi pensieri, un po� perché ormai non ci si vede da quella sera.�Oggi niente lavoro?� chiedo.�No guarda, da quelle parti sta andando un po� male, sono più i giorni che non lavoro ormai� mi spiega fissando la strada.�Cavolo mi spiace� provo ad essere empatico.�Fa nulla guarda, esperienze. Anzi, sto cercando di ritornare su ...