IL SOSPETTO
Data: 24/12/2018,
Categorie:
Voyeur
Autore: giessestory
... schiacciati, si mantenevano all’interno di quelle grosse masse morbide. Una volta eccitati, spuntavano, e svettavano come grosse dita puntate.La cosa che mi attraeva, in lei, era la falsa freddezza con cui rispondeva alle mie avances.Tutto cominciò proprio a causa del seno. Da uomo maturo, esperto, mi finsi interessato al suo problema e lei, dopo le prime schermaglie, accettò di parlarne.Qualche giorno dopo, con la scusa di convincerla a non farsene un problema, la stupii. Tornai a casa con un DVD porno e glielo mostrai: era recitato da tettone esagerate, come lei.Volevo rassicurarla. Le mostrai le immagini e poi le chiesi se mi faceva vedere le sue; lei disse che si vergognava ma non fu un vero no.Era una ragazzona di paese, magari ancora vergine, e così mi sembrò facile attirarla verso il mio desiderio. Vedere filmini divenne un’abitudine.Ricordo che lei fissava i suoi grossi occhi azzurri sulla TV e non li staccava più, come rapita.Cominciai a tentare i primi contatti fisici e, con mia sorpresa, non si tirò indietro. Era sul divano ed io iniziai a toccarla. Quando mi resi conto che non si ribellava, mi alzai e, preso dalla brama, le misi, di fianco al viso, la rappresentazione palpabile della mia eccitazione.Patrizia si lasciava guidare però partecipava meccanicamente. Il suo sguardo restava fisso, il suo viso non mostrava espressione: sembrava una sfinge.Fredda e distaccata, continuava l’opera che io le avevo indicato, procedendo con una sconcertante determinazione, fino ...
... a portarmi all’orgasmo.I nostri rapporti iniziarono così: con la sua mano che viaggiava, decisa e precisa come uno stantuffo.Attenta, raccolse il seme nel palmo della mano libera e, dopo, si andò a lavare.Io, persa l’eccitazione, mi ritirai di sopra e non aggiunsi nulla. Due giorni dopo, quando le diedi il suo mensile, aggiunsi una banconota a parte, che voleva rifiutare. Con una scusa la convinsi.Ripensandoci poi, il suo atteggiamento, che al momento mi aveva dato quasi fastidio, divenne un tarlo fisso. La sua freddezza mi eccitava e non mi faceva trovare pace. La pensavo nelle pose più sconce: lei immobile e passiva ed io che ne approfittavo, come un vecchio satiro incallito.E la cosa, andò più o meno così. Solo a ripensarci, ancora mi si rizzano i peli della nuca. Lei faceva tutto quello che, a gesti, la portavo a fare. Come una bambola erotica; ero io a stabilire il posto e la posizione e, Patrizia, obbediva tranquilla e accondiscendente, guardando sempre la TV.Patrizia era vergine. Non volevo ulteriori complicazioni, così rispettai quel limite. Non potevo lamentarmi: la ragazza, con mio sommo piacere, sopperiva, voltandosi senza lamentarsi e mi offriva un’alcova, ancora più anelata e proibita.Ma bando ai ricordi. Oggi mia moglie esce: è sabato, ed io in qualche modo, la seguirò.7Un sospetto fondatoL’ingresso di casa mia dà su una grande sala accogliente; sulla sinistra, tramite un’ampia porta a due ante, si accede a una altrettanto ampia veranda, panoramica, e arredata ...