1. Il ricatto (3) -Una nuova Elena-


    Data: 25/12/2018, Categorie: Incesti Autore: Elena Anele

    ... intima e piacevole. Il cibo cinese fu un buon diversivo e riuscii ad allentare la tensione. In preda alla spiacevole sensazione del piacere interrotto, di tanto in tanto pensavo a Lorenzo, tutt'attorno e dentro il mio corpo, nella realtà e nel mio sogno, uniti sopra quello stesso tavolo dove ora stavamo cenando. Mi venne una gran voglia di fare l'amore con Paolo proprio lì. Stavamo ridendo di un suo aneddoto che riguardava il lavoro e bastò uno sguardo per capirci, come capita a chi sta insieme da tanti anni come noi. Fu lui a prendere l'iniziativa e la sua mano dopo una lenta carezza sui miei capelli si abbassò, sfiorandomi il collo col dorso, fino al seno. Ci baciammo a lungo, liberandoci dei vestiti come in preda alle fiamme. Lui stava dietro di me e alternava piccoli baci a piacevoli morsetti sul collo. Ero eccitata. Da quando questa vicenda era iniziata non avevamo più avuto rapporti. Mi ero già tolta la camicetta e Paolo introdusse una mano nella canottina e iniziò a carezzarmi un seno. La sua eccitazione si percepiva bene attraverso la stoffa dei pantaloni. Mi stavo squagliando dal desiderio. Mi abbassai le mutandine e sollevai leggermente la gonna mostrandogli il fondoschiena. Lui mi massaggiò il clitoride per qualche secondo e infilò due dita nella mia fica muovendole velocemente. Vibravo tutta. Mi chinai verso il tavolo fino a sfiorarlo coi capezzoli. Mio marito da dietro poteva ammirare il mio culo e la mia schiena inarcata. Si abbassò i calzoni poi mi entrò ...
    ... dentro. Il suo cazzo scivolò lentamente in me e iniziò a muoversi avanti e indietro. Mi piaceva da mordermi le labbra. Mi piaceva da impazzire. Mentre sentivo tutta la lunghezza del sesso di Paolo riempirmi il ventre la mia mente andò fuori sintonia e iniziai a pensare a Lorenzo, a quel luogo sacro e profano che era divenuto quel tavolo da pranzo, alle gocce del suo sperma che avidamente avevo raccolto dalla tovaglia nel sogno della notte precedente; cercai di scacciare quei "lampi" senza riuscirci e mentre Paolo mi faceva sdraiare sopra la tovaglia per prendermi guardandomi negli occhi, mi trovai senza vergogna a far paragoni fra il cazzo di mio marito e quello di mio figlio e le diverse sensazioni che suscitavano in me, dentro di me. Solo dopo, a freddo, mi resi conto di quanto tutto questo fosse inappropriato ma lì, mentre il mio piacere era al culmine, era tutta legna buttata in un fuoco ardente. Guardai Paolo e riconobbi l'espressione sul suo viso. Stava per venire, come spesso accadeva, troppo presto. Estrasse il suo bel cilindro stringendolo in mano e inondò la mia pancia di sperma caldo. Dopodiché, privo di energie, visto anche il contesto (il tavolo, la sala da pranzo) per superare il periodo "refrattario" e ricominciare, iniziò a masturbarmi per farmi venire. Mi sentii a disagio. Era la seconda volta che "perdevo il filo" sul più bello in poche ore e pur essendo eccitatissima m'innervosii. Ripensai alla lingua di Lorenzo dentro di me. Non volevo le dita di Paolo ma volevo ...
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