Tono d'addio
Data: 31/12/2018,
Categorie:
Etero
Sensazioni
Autore: Idraulico1999
... tutta la sua estensione rosso vivo, perché quando lo abbandona è solamente per leccare l�asta dura che si erge possente, senza freni. Nel frattempo io la masturbo con la mano destra, la sua splendida e pelosissima nera fica è un fiore aperto, bagnato dopo una tempesta primaverile, in tal modo io m�abbasso con calma calcolata infilandomi sotto di lei obbligandola a sistemarsi in una posizione agevole per la sua pratica orale. Anch�io voglio la mia parte e ci arrivo con determinazione e forza di volontà animalesca, visto che le scosto le mutandine e infilo la lingua internamente tra le grandi labbra, nel centro del suo mondo, quel colore rosa della carne viva che brilla come la luce nella notte buia. Io spingo la punta della lingua in quella pelosissima fessura odorosa e sugosa, piccole quantità di fluidi mi entrano nella bocca e li deglutisco, entrambi restiamo così per un intervallo che non potrò mai calcolare, dato che potremmo starci all�infinito.La scopata arriva che ormai siamo senz�abiti, perché i vestiti sono buttati qua e là sparpagliati in ogni parte, lei è sopra di me sul sedile del passeggero, io m�insinuo dentro baciandole le tette, siamo bramosi e infervorati alla ricerca d�orgasmi come due persone fuori di senno. Fuori la brezza è aumentata, il cielo è diventato scuro e l�albero divide con le nuvole il compito di tenere nascosto il sole, noi ci esaminiamo scandagliandoci con le pupille accostate e con l�espressione inchiodata. ...
... Quante suppliche potrei farle in questo determinato momento, quanti pareri, veri e falsi al tempo stesso potrei procurarmi, nell�illusione di distendere l�apprensione cercando di rasserenare l�ansia e di rinfrancare l�assillo del sapere. Io viceversa non chiedo nulla, giacché non ne ho più la gagliardia né la prestanza, perché bado al momento che se ne andrà via, dove mi ripeterà un essenziale, spoglio e ripetitivo annuncio:�Ci sentiamo per domani?�.Io la detesto, disapprovo per come lei riesce a farmi sentire un attrezzo, la critico perché s�avvale unicamente di me come un dispositivo da consumare, un congegno da dissipare e da utilizzare nel presente senza un futuro che mi dia importanza, qualità e valore come individuo. Io godo tanto però, sborro alla grande come non mai, mi sembra di vivere in un altro cosmo, questo è vero, in quanto non voglio privarmi d�un evento tanto introvabile, prezioso e raro. Alla fine veniamo uno di seguito all�altro, stretti e abbracciati, considerato che i nostri focosi e istintivi strepiti si riversano di fuori in assenza di frastuoni, privi d�interesse da parte della natura e del paesaggio circostante. L�albero continua audace, eroico e spavaldo a misurarsi soppesandosi e cimentandosi con la dimensione del momento, ondeggiando alla cadenza del soffio del vento che sopraggiunge da chissà quale parte. Ottenuto l�orgasmo restiamo in silenzio fissando dei punti immaginari in mezzo ai campi secchi di grano, il ritmo del cuore gradualmente ...