1. Come diventai bull parte 2a


    Data: 04/10/2017, Categorie: Sesso di Gruppo Autore: ilmassaggiatore1, Fonte: Annunci69

    “ilmassaggiatore” Cercai di condurre il dopo cena con Rita in molto convenzionale. Quattro passi al lungomare, gelato, altri quattro passi, sosta davanti qualche vetrina, pur essendo con Rita (che stranamente, voleva essere scopata) avevo bisogno di riflettere su quanto accaduto durante la mattinata con Jenny. Tra l’altro dovevo organizzarmi in fretta, poiché tra poco ci saremmo dovuti ritrovare tutti in spiaggia. Anch’io volevo scoparmi Rita, erano due anni che ci provavo e stasera quasi me la metteva nel piatto. D’altro canto non volevo che Jenny la vedesse civettare con me, non sapevo come l’avrebbe presa. Mi rendevo conto che volevo continuare la storia iniziata in mattinata. Jenny mi intrigava parecchio. La mia attività cerebrale fu alleggerita proprio da Rita, prendendomi sottobraccio davanti una vetrina dove era riflessa la nostra immagine: “Luca e Jenny ci raggiungeranno più tardi, stasera sono andati a cena da alcuni conoscenti” e si appoggiò al mio braccio con tutta la morbida consistenza di un suo seno. Vedevo nell’immagine specchiata sul vetro i suoi capezzoli, non avendo il reggiseno e strusciando sul tessuto sembravano bucare la polo. Mi girai verso di lei prendendola per i fianchi l’attirai a me in modo che potesse sentire bene l’effetto che mi faceva in quel momento. Per tutta risposta mi piantò la lingua in bocca abbracciandomi e strusciò la passerotta sul mio cetriolo. Da dietro le sue lentiggini mi sussurrò: “Dai andiamo in spiaggia, non vedo l‘ora di ...
    ... montare a cavallo” In spiaggia il fuoco era già acceso, la luna si specchiava sulle onde e gli amici in cerchio cantavano sugli accordi di due chitarre.
    
    Salutammo con un cenno della mano per non disturbare, tolte le scarpe ci avviammo scalzi sul bagnasciuga con i piedi a mollo. A quei tempi in riviera non era come oggi, si poteva ancora accedere a qualunque ora in spiaggia, oggi non è consigliabile, c’è il coprifuoco. Allontanatici un po’ dagli amici, Rita si sfilò la polo restando con i soli jeans, aveva un seno stupendo, ad ogni passo sobbalzava pur essendo marmoreo (come constatai di lì a poco). La lasciai camminare sino ad un moscone di salvataggio (quello cercavo, ha un solo sedile ed il piano intero), l’afferrai da dietro per la cintola dei jeans per placcarla, le mie mani si riempirono delle sue tette, le sfiorai i capezzoli con i polpastrelli, una mano scivolo dentro i jeans, s’infilo negli slip e si soffermò ad accarezzarle il vello pubico. A quel punto con le labbra le sfiorai la nuca dietro l’orecchio, il mio cazzo dritto piantato nel solco delle sue natiche. “Lo voglio subito! Non resisto più lo voglio cosa aspetti?” La mia mano scese quel tanto che bastava per trovare il clitoride, sporgente e duro, sì era pronta, già lubrificata. La feci stendere sul moscone, le sfilai i jeans e gli slip insieme, spalancò le cosce per ricevermi, “Fottimi, fottimi sfondami” mentre anch’io mi levavo i bermuda ebbi un lampo sadico. Avrebbe aspettato: “Sono due anni che aspetto, ...
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