Come diventai bull parte 2a
Data: 04/10/2017,
Categorie:
Sesso di Gruppo
Autore: ilmassaggiatore1, Fonte: Annunci69
... colpo strisciavamo sul fondo di legno del moscone avvicinandoci sempre più al bordo rischiando di cadere giù. “Tieni troia, puttana, prenditelo tutto, sono due anni che aspetto” sentivo l’eruzione vulcanica che stava montando dentro di me. Rita me lo strinse dentro come in una morsa “Mio dio come ti sento, sento la cappella che mi striscia, sto venendo ancora, ammmore sei divino ed io un gran puttanone, adesso anche rotto in culo ma è bellissimo! Ti amo Paolo” Le riversai dentro una quantità tale di roba che traboccò fuori a fiotti “Siiiiiiiiiiii! Ti sento dentro, com’è caldo, sei nella mia pancia amore amoooore”. Amore un par di ciufoli, pensai. “Amore”, “ti amo”, la Prof. aveva capito male. Per me, era solo Sesso con la ESSE maiuscola e basta. Restammo un po’ immobili in silenzio carezzandoci a vicenda, la luna fece capolino da dietro una nuvoletta illuminando i nostri corpi. Il cazzo lentamente si afflosciò scivolando fuori, finimmo di allagarci. Rita ruppe il silenzio “Allora, come la batto la sella?” “Da vera amazzone, non c’è che dire, te lo sai gustare il cazzo.” “E tu lo sai servire magistralmente! Se permetti ne gradisco ancora un po’” chinandosi cominciò a leccare ciò che ormai era più pelle che carne quasi volesse ripulirlo. Era in una condizione tale che riusciva con facilità a farlo sparire tutto in bocca e con la lingua che roteava se lo passava da una parte all’altra della bocca, poi cominciò a succhiarlo come una cannuccia. Da defunto che era diede segno ...
... di vita con un sussulto ed in breve fu di nuovo forma. Rita ora riusciva ad ingoiarne solo poco più di metà. Se ne liberò qual tanto che bastava per dirmi di sedermi sul bordo del moscone e si inginocchiò sulla sabbia come avevo fatto con lei, se lo strisciava sulle tette, sulle labbra, gli occhi le orecchie, il collo, il tutto intercalando slinguate e distribuendo saliva “Senti com’è bello duro di nuovo, sei proprio uno stallone da monta” così dicendo se lo strinse tra le tette ed iniziò una spagnola magistrale. Con bacio in punta. Dopo cinque minuti di quel trattamento si attaccò a sanguisuga sino a che non sentì il pulsare del mio glande, allora mise le labbra a cuore e si scopò in bocca sino a che non le spinsi la testa sino a farglielo sparire tutto dentro, ebbi l’impressione di toccarle le tonsille. Con 5 o 6 contrazioni le scaricai in gola la ricompensa per il suo lavoro. Ebbe un mezzo conato di vomito, ma non ne perse neanche una goccia. Si rialzò e mi abbracciò stringendo il mio viso in mezzo al seno, poi cominciò ad accarezzarmelo sempre con le tette, i suoi capezzoli mi accarezzavano gli occhi, le labbra, le guance. Non c’era dubbio che non sapesse come eccitare un uomo. E che avesse un bel po’ di voglie arretrate. Altro che frigida o lesbica, la Rita, dietro la facciata di integerrima professoressa, era un femmina normalissima con una gran voglia di cazzo. Ero di nuovo sull’attenti, ma.... La nostra eccitazione scemò di colpo all’esplosione di uno scrosciante ...