Equivocando si impara
Data: 04/01/2019,
Categorie:
Etero
Autore: carisbo
«Speriamo non pretenda troppo», disse uscendo dalla doccia.
«Ha detto che vuole solamente guardare», risposi.
«E’ una scusa per venire a casa mia e al momento giusto piazzare la richiesta», gettò l’asciugamano nel lavandino.
La richiesta in realtà sembrava quella di un voyeur impenitente, di quelli un po’ perversi, ma nulla di così eccessivo.
Facevamo coppia da alcuni anni ma non ufficialmente, diciamo che ci frequentavamo per fini ludici, friends with benefits direbbero gli yankees, lei però aveva voluto fare la furba e mi aveva iscritto come “compagno” nel profilo aziendale per ottenere alcuni benefici, come ad esempio i doppi biglietti aerei per le trasferte di lavoro, la ditta preferiva i dipendenti accoppiati ed era disposta a spendere qualcosa in più per blandirli, il problema fu il non sapere che questo comportava un punteggio per le promozioni e quando arrivò la promozione grossa, di quelle che raddoppiano lo stipendio l’addetto alla certificazione dello status la convocò e le spiegò che lui non era affatto convinto che esistesse una vera relazione, snocciolò una serie di dubbi plausibilissimi e alla fine offrì la soluzione: avrebbe voluto assistere a un amplesso perché si piccava di riconoscere se due amanti sono avvezzi a farlo o se invece si tratta di una sceneggiata.
Lei prese tempo, l’occasione di carriera era grossa, ne parlammo, le dissi che in fin dei conti eravamo effettivamente amanti e dunque avremmo superato l’esame e che in fin dei ...
... conti se voleva solamente guardare il prezzo da pagare non era eccessivo, forse fastidioso e imbarazzante ma lei era invece convinta che fosse un espediente e che alla fine le avrebbe chiesto qualcos’altro, qualcosa che non era disposta a offrire, non frequentava quegli alti livelli aziendali e non conosceva questo dirigente in particolare ma le erano giunte voci inquietanti che si riassumevano in una singola frase udita per caso in un corridoio: “Non si lascia scappare un culo” .
E lei da quel punto di vista stava messa male, fosse stato un pompino o una scopata a malincuore non si sarebbe tirata indietro ma quello proprio no, era tassativa, in sette anni non ero mai riuscito a convincerla e infine avevo rinunciato.
Lei aveva preso la sua decisione, sarebbe stata gentile e avrebbe concesso quel che poteva ma quello no, preferiva rinunciare alla promozione piuttosto che finire nella collezione di culi di un greve funzionario.
Arrivò puntualmente, ben vestito e con una ventiquattrore, mi presentai, mi strinse la mano fissandomi dritto negli occhi con uno sguardo indagatore e disse: «Siete ancora vestiti?», si guardò intorno, «Preferite la camera da letto o un altro posto, per me è uguale, basta che ci sia una sedia o una poltrona per me».
La camera da letto ci sembrò più adatta, ci spogliammo non senza imbarazzo e iniziammo a dare spettacolo, niente di diverso da quello che facevamo di solito, dovevamo essere “credibili”, dopo qualche minuto la sentii sussurrarmi ...