1. Il ricatto (5) -La famiglia riunita-


    Data: 06/01/2019, Categorie: Incesti Autore: Elena Anele

    ... Chiuse la porta scorrevole e rimasi sola al buio a pormi domande anche se ormai mi stavo abituando alle sue stranezze e sapevo che qualcosa stava per accadere, solo che non riuscivo mai a capire fin dove volesse spingersi. Una parete in cartongesso del suo guardaroba aveva una serie di feritoie a lisca di pesce attraverso le quali si poteva vedere chiaramente il suo letto. La stanza era illuminata dal monitor del suo laptop e da una lampada a piantana. Era tutto molto nitido. La porta si aprì ed entrò Matilda in accappatoio. Era anche lei a piedi scalzi. Lorenzo era seduto ai piedi del letto a petto nudo. La ragazza si avvicinò a lui dandomi le spalle e lasciò cadere a terra l'accappatoio restando completamente nuda. Vedevo bene il suo corpo magrissimo. Si avvicinò a Lorenzo, s'inginocchiò, gli slacciò la cintura, sbottonò i suoi jeans ed estrasse il pene. Non sembrava al massimo dell'eccitazione. Dopo averlo baciato un paio di volte lo fece sparire in bocca. Vedevo la sua testa alzarsi e abbassarsi. Capii che Lorenzo voleva fare sesso con lei con me presente. Nel mio "nascondiglio" sentivo ogni suono, dai piccoli gemiti al tenue sciabordio della saliva di Matilda con l'asta di mio figlio in bocca. In quei giorni era chiaramente germogliata in me la fantasia di far sesso davanti a Paolo ma non ero attratta dal voyeurismo. Ad ogni modo nessuno in quell'antro poteva obbligarmi a guardare. Io potevo vedere i due corpi ai piedi del letto ma loro non potevano vedere me. Eppure ...
    ... non riuscivo a smettere di guardare attraverso le aperture. Era il mio corpo che esplorava, lentamente si "accendeva" e mi imponeva di guardare. Lui la fece sdraiare sul letto e iniziò a passarle la lingua su tutto il corpo, sulle tettine turgide e bianchissime, sull'ombelico. Poi discese il monte di venere fin dentro il sesso. Strinsi le cosce. Mi stavo eccitando anche così. Sentii il cuore accelerare, cambiare corsia e lasciarsi alle spalle tutto il raziocinio. Lorenzo di tanto in tanto mi guardava e (anche se sapevo di non poter essere vista) istintivamente abbassavo lo sguardo piena d'imbarazzo. Infilai una mano tra due bottoni del pigiama e inziai a strofinarmi i seni. Ero a piedi scalzi ma ero "incandescente". Quel toro di Lorenzo iniziò a martellare Matilda con colpi virili, affondando nel suo "burro caldo" tutti i suoi venti centimetri di cazzo. Lo sentii dentro di me, reminiscenza della più grande goduta sessuale della mia intera vita e contemporaneamente la mia mano scese verso il pube. Tastai le mutande con la mano intera e la mia fica era bollente. Allora esplorando fra le cosce, in piedi, con una mano dentro ai pantaloni, spostai le mutandine e affondai le dita. Era bellissimo. Mi sentivo protetta dalla parete in cartongesso e non riuscivo a distogliere lo sguardo dal cazzo di mio figlio che sfondava quella fica stretta. Provai un pizzico di gelosia. Stuzzicavo, maltrattavo il clitoride, penetravo con tre dita ma è il suo bastone che avrei voluto conficcato nella ...
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