1. Il ricatto (5) -La famiglia riunita-


    Data: 06/01/2019, Categorie: Incesti Autore: Elena Anele

    ... fastidio che mi sforzai di capire da cosa scaturisse. Avrei dovuto sentirmi sollevata. Avendo portato la ragazza, Lorenzo avrebbe certamente avuto meno libertà d'azione. Mi dispiaceva forse? Respinsi energicamente quest'idea. Paolo e io l'accogliemmo affabilmente, le strinsi la mano ed ebbi modo di guardarla negli occhi. Aveva un viso bellissimo. Due occhi ambrati incorniciati da sopracciglia quasi "ricamate". Un piccolo nasino affilatissimo e labbra carnose, in contrasto con un corpo snello, molto magro e un collo asciutto messo in risalto dal corto taglio di capelli castani. Era alta circa come me, sul metro e sessantacinque. Una bambolina. Indossava jeans, stivali e cappotto. Davvero molto bella. Ebbi un tuffo allo stomaco. Gelosia? Voltai le spalle anche a questa ipotesi. Passarono il pranzo, le chiacchiere, caffè e ammazzacaffè e un'avvincente partita a Scarabeo (il gioco che io e Lorenzo più amavamo) tutti insieme e con lo scorrere delle ore sempre più mi convincevo che sarebbe stato possibile tornare alla normalità, senza imbarazzanti sguardi indietro, e che forse proprio Matilda poteva essere la "distrazione" che serviva a mio figlio per liberarlo dall'ossessione che sembrava avere per me. A cena si unì a noi anche Giorgia. Li guardavo, allo stesso tavolo, lui ben consapevole di ciò che stavo provando. Lei ignara di avere un perverso "mirino" in fronte. Ma tutto andò liscio e mi rasserenai. Mi sentivo protetta da Paolo e dal fatto che eravamo in tanti. Arrivò il ...
    ... momento di andare a dormire. Utilizzammo a turno le toilettes della casa e dopo una buona mezz'ora di "traffico" lungo scale e corridoi, l'atmosfera si fece silenziosa e buia (ad eccezione delle lucine blu e bianche dell'albero di Natale). Paolo crollò quasi subito ma io non riuscivo a prendere sonno. Stavo pensando di alzarmi per preparare una tisana quando s'illuminò il display dello smartphone. Non me l'aspettavo. Sussultai leggermente. Era Lorenzo dal suo numero "anonimo": "Vieni in camera mia adesso!" Seguì un secondo messaggio: "Sbrigati." Spostai la coperta e andai da lui. Indossavo un pigiama largo con un tema scozzese ed ero scalza. Pensai che avesse bisogno di qualcosa che non trovava ma mentre mi dirigevo verso la sua stanza ero anche preoccupata. Che aveva intenzione di farmi? Notai la luce ancora accesa nel bagno al piano di sopra. A Matilda avevo preparato la camera accanto e forse ora la sua ragazza stava facendo una doccia. Entrai in camera e lui mi fissò per un istante, poi disse: "Ora ti dirò quel che devi fare." Tentai una timida protesta sottovoce. Gli dissi che era pazzo. Non era gestibile la situazione in una casa piena di persone. Giorgia dormiva separato soltanto da una parete, poi c'era Matilda di là. Fu come al solito perentorio e gelido, forte della sua posizione dominante e sfoderò nuovamente il suo sporco ricatto. Quel che mi costrinse a fare però mi sorprese. Mi disse di introdurmi nell'angolo guardaroba e mi ordinò di aspettare lì e non fiatare. ...
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