1. Silvia Tornerà II - La Belva Là Fuori (Prima Parte)


    Data: 08/01/2019, Categorie: pulp, Autore: Orlando

    ... testicoli così rotondi e perfetti e quei movimenti pelvici sempre più marcati. Così facendo il suo desiderio aumentò facendo avvicinare fin troppo una delle sue mani alla vagina già umida. Suor Celeste capì come non poteva più accontentarsi di tenere l'asciugamano che la copriva, doveva tenere occupate quelle mani in altro modo. Mollò la presa dell'asciugamano bianco. *Ciaff* Con due sonori schiaffoni le mani di lei finirono sulle chiappe di lui che gemette sorpreso da quelle improvvise sberle sul culo. -*Aaagghh….*- gemette il ragazzo. Le mani di Suor Celeste rimasero incollate al sedere del ragazzo da quel momento in poi durante il tempo che rimaneva da dedicare a quel bocchino tanto prolungato. Gabriele si sarebbe ricordato di quella sua prima esperienza intima con l'altro sesso come qualcosa di estremamente piacevole se non fosse che la monaca sotto di lui occupata a ciucciare i suoi genitali stava vivendo un momento non proprio facile. La lotta di Suor Celeste per non masturbarsi era durissima, le mani aggrappate al culo di lui erano l'unico modo per resistere. Era così, lei lo sapeva, lo sentiva. Le sue mani morbide e vellutate accarezzavano la carne del fondoschiena del ragazzo coi palmi seguiti dai polpastrelli con movimenti abbastanza scomposti. Suor Celeste iniziò a stringere sempre più le dita nelle natiche nude. Proseguì a stantuffare arrivando con la bocca fino alla radice del cazzo di Gabriele per poi tornare indietro riuscendo ad avere la visuale sufficiente ad ...
    ... intravedere l'enorme cane nero e bagnato fuori sotto la pioggia. Lo vide eiaculare abbondantemente sull'ultima preda che aveva montato con ferina violenza, vedere tutto quel seme bianco che zampillava copioso dall'uretra dell'animale aumentò l'eccitamento della suora. Sentì la sua fregna sempre più bisognosa di un contatto che avrebbe forse alleviato il fuoco che stava provando ma Suor Celeste voleva assolutamente resistere. Pensò che forse la preghiera avrebbe potuto aiutarla a dire no ai suoi peccaminosi impulsi, provò a formulare a mente un Padre Nostro, lo ripeté nella testa un paio di volte ma si vergognò a proseguire quei versi poco appropriati durante un pompino. Si sentì perduta con l'eccitazione che stava quasi per vincere e fu allora che guidata dalla disperazione arpionò con le unghie la giovane carne dei glutei di Gabriele. -*Aaaaarrgghh*- urlò Gabriele per il dolore ma Suor Celeste tenne le unghie ben salde nella sua carne. La monaca stantuffó più velocemente che poteva la testa facendo sbattere la cappella del cazzo contro l'ingresso della sua gola. Capì che finire quel bocchino il prima possibile era l'unica cosa da fare. Non si fermò neppure avendo la fastidiosa sensazione di sentire tutta quella saliva che cadeva abbondante dalla sua bocca finendo sul collo ed emananava tutto l'odore che portava con sè. Travolta da tutte quelle sensazioni fortissime e discordanti di piacere e paura Suor Celeste proseguì a rollare quell'uccello ospitandolo a più riprese nella ...
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