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Silvia Tornerà II - La Belva Là Fuori (Prima Parte)
Data: 08/01/2019, Categorie: pulp, Autore: Orlando
Quella domenica successe qualcosa. Furono in molti ad avere la sensazione che la serenità in paese sarebbe stata turbata da quel giorno in poi. Forse fu per via del tempo che dal giorno in cui suor Celeste sentì di persona le voci su Silvia non regalò più una giornata di sole, anzi. Pioveva quasi sempre e certi giorni sembrava davvero venir giù il diluvio. Alcune notti si scatenarono autentiche tempeste, fulmini rabbiosi cadevano terrorizzando i bambini e in fondo anche gli adulti. A dire il vero fu dalla morte del padre di Silvia che qualcosa cambiò. Non era qualcosa di evidente e tangibile come tutta la pioggia che cadeva in quei giorni, era bensì un sentimento collettivo silenzioso e sotterraneo che si diffuse all'interno della comunità pregna di tutte quelle voci che giravano a proposito di quella ragazza. La morte di Paolo Aragone venne interpretata da molti come un terribile presagio collegabile al ritorno di sua figlia. Un sabato Suor Celeste stava attendendo la corriera che l'avrebbe portata al convento delle Orsoline. Pioveva, come sempre ormai. L'ombrello la protesse dalla pioggia finché non si alzò il vento che divenne man mano più forte. La monaca tenne ben saldo il manico dell'ombrello ma soffi di vento sempre più prepotenti spinsero troppa aria sotto l'ombrello che come una vela forzò i rami del telaio non troppo resistente che divenne ben presto inutilizzabile. Corse a ripararsi sotto i portici della piazzetta lì vicino ma la pioggia sospinta dal vento la ...
... raggiunse anche lì investendola di rapidi schizzi d'acqua. Fu allora che sentì il rumore di un clacson. Non era quello della corriera bensì quello della macchina di Rosa Bosconaro, la madre di Gabriele, che fece cenno alla monaca di salire sulla vettura. Suor Celeste salì in macchina completamente fradicia. -*Grazie. È il Signore che la manda. Se non mi avesse dato un passaggio lei non so proprio come avrei fatto a raggiungere il convento delle Orsoline.*- ringraziò la monaca. -*Mi dispiace sorella ma non è possibile raggiungere il convento. Ho saputo che sulla strada provinciale c'è stata una frana. Colpa della pioggia.*- disse Rosa aumentando il ritmo dei tergicristalli della macchina all'aumentare della pioggia. Rosa convinse Suor Celeste a dormire a casa sua per quella notte. La casa della donna era quasi fuori il paese, confinava con la fattoria Farcio, un caseificio che allevava pecore. Giunta a casa di Rosa la monaca vide infatti da una finestra il recinto in cui quegli animali potevano muoversi all'aperto quando non erano al pascolo ed il tempo era più clementi di quel piovoso sabato sera. Quando Suor Celeste distolse lo sguardo dalla finestra incrociò gli occhi di Gabriele fermo in piedi di fronte a lei. Lei non si era vista ancora allo specchio perciò non poteva capire perché il ragazzo la stava ammirando in silenzio senza neppure salutarla. Pensò di essere coperta con la giacchetta scura che indossava ma non si accorse che il suo velo nero zuppo d'acqua mostrava dalla ...