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Paolo e mirella 02 – avvicinamento
Data: 12/01/2019, Categorie: Etero Autore: LukasQuarzberg
«Dev'essere il tuo!» disse Gianfranco, un ragazzotto attorno ai trenta. Mirella si girò verso di lui con aria interrogativa. «Il cellulare!» spiegò lui. Mirella trasalì e infilò una mano nella borsa. Frugò nervosamente e recuperò il telefono che trillava vibrando. Ne aprì la custodia a libro e mormorò «Mio marito...» Posò l'apparecchio all'orecchio e disse «Dimmi..!» «Ti disturbo?» chiese Paolo che conosceva le sfumature del tono di voce della moglie. «Sto andando a pranzo, sono per strada. Con colleghi. Dimmi!» «Niente di importante. Approfittavo per sentirti un attimo.» «Ma è successo qualcosa?» Mirella era vagamente allarmata. «No, no! Figurati. Pensavo fossi sola. Ti lascio un messaggio vocale. Ascoltalo dopo con calma e da sola.» Mirella emise un «Mmmhh..!», attese il “ciao” di Paolo e chiuse la conversazione. «Tutto bene?» chiese Gianfranco che si era fermato ad aspettarla. «Sì, ordinaria amministrazione.» Il ragazzo annuì. Arrivarono all'attraversamento pedonale e lui, con fare cavalleresco, la precedette facendo fermare una vettura. Nel frattempo, le altre due colleghe dell'amministrazione, Mara ed Elvira, avevano occupato un tavolo al solito bar. «Allora? Che è successo? Dobbiamo pensare male?» ironizzò Mara. Gianfranco arrossì e si schiarì la voce. Mirella trattenne un “fanculo”, abbozzò un sorriso e si sedette. In quel momento arrivò una notifica dal caratteristico suono cristallino. «Un altro!» fece Mara ...
... e strizzò l'occhio ad Elvira. «Un altro “cosa”?» chiese Mirella. «Uomo!» rise Mara. Mirella prese fiato e poi disse «Non è che sei invidiosa?» la frase le uscì con un sorriso finto. In quel momento arrivò Lory, il cameriere ventenne, esageratamente tatuato. «Ciao! Cosa vi porto?» chiese. * * * * * Sulla strada del ritorno, Mirella rimase un po' indietro per sentire il messaggio vocale lasciatole da Paolo ma il rumore del traffico ne copriva la voce e rinunciò. Rientrata in ufficio, prese il caffè alla macchinetta insieme ai colleghi, attaccò il lavoro e se ne scordò. Prima di uscire, mancavano pochi minuti alle diciassette e trenta, andò in bagno ma senza il cellulare. Se ne ricordò solamente quando fu sul pullman che la portava alla metropolitana. Prima di entrare nei tornelli si mise in disparte e ritentò l'ascolto ma gli annunci degli altoparlanti e il vociare delle persone che correvano avanti ed indietro, le impedirono di sentire le parole del marito. Esasperata rinunciò ancora una volta e prese la metropolitana fino a Villa Fiorita dove scese. Lì aveva parcheggiata la macchina con cui tornò a casa. Alle sette meno un quarto, il suocero le riportò i ragazzi. Mirella aveva già iniziato a cucinare e abbassò il fuoco. «Andrea deve finire un esercizio di matematica.» disse l'anziano. «Il nonno non sapeva spiegarmelo.» disse il ragazzino e corse in salotto seguito da Elisa, la sorella. «Non ce n'è stato il tempo.» tentò di ...