1. Incontro adulterino


    Data: 13/01/2019, Categorie: Etero Autore: laura m

    ... meglio di te ...”. A sentirla ragionare così quasi quasi mi fa rabbia, come se io non sapessi soddisfarla … Poi, a poco a poco, l'immagine di lei sdraiata sul corpo di un'altra donna prende a impossessarsi della mia mente. Non sarebbe male, penso, vedere due donne appassionarsi ai loro corpi … L'idea che mi frulla nel cervello si trasmette per tutto il mio corpo e arriva al pene che ha un piccolo sussulto dentro il suo caldo e umido nido. “Scommetto che hai già in mente chi ti piacerebbe scopare … “. “Sì ...”. Dovette leggere nei miei occhi un certo stupore, per questo volle rassicurarmi con un sorriso. “La conosci anche tu ...”. Ero sempre più stupito, non pensavo che la sua lussuria arrivasse a tanto. “E chi è?”. Temporeggia, poi mi fa: ” E' Marisa, la moglie di Marcello ...”. Già un amico mio, più giovane. Sua moglie, Marisa, è una bella donna, forse un po' troppo procace. Non sceglie male le sue eventuali partner, nascondendo dietro un visino d'angelo desideri lussuriosi e trasgressivi. Glielo dico e scoppia a ridere. “E dimmi un po', che ci faresti con Marisa?”. “Hai visto che bel seno ha? “. “Sì che l'ho visto ...”. “Mi piacerebbe giocarci, baciarlo, accarezzarlo …. e poi farei altre cose ...”. “Cosa?”. “Non te lo dico ...”. “Ma dai … ormai sei nel ballo, balla!”. “Mi vergogno..”. “Ti faresti leccare tra le gambe?”. “Sì … ha un bel seno, sodo coi capezzoli grossi ...”. “Glieli hai visti?”. ...
    ... “Sì ...”. “E allora?”. “Lei sdraiata ed io accovacciata su di lei”. Sento che ansima sotto di me, si vede che immagina la scena. “Accovacciata? ...”. “Sì, vorrei strofinare i miei inguini, la mia fica sui suoi seni ...”. “Porcellina … e poi?”. “E poi accovacciarmi sulla sua bocca, farmi leccare ...”. “Porcellina” le sussurro. E intanto sento che il mio cazzo si indurisce; muovo un po' il bacino e lei geme, perché mi sono mosso anche dentro di lei. “Sei la mia piccola troietta … e sai io cosa faccio mentre ti fai leccare in quel modo? Ti vengo dietro e te lo infilo nel culetto”. E dicendole così, la prendo con le mani sotto le sue chiappe e spingo forte fin dove mi è possibile. Una voglia di baciarla e di morderla mi assale, cerco la sua bocca e poi il suo collo. Bacio e mordicchio ovunque. Ansimiamo tutti e due, i nostri movimenti diventano frenetici. Poi lei stringe le cosce, sta per arrivare. Io mi lascio andare, do un ultimo colpo di reni e schizzo, una volta, due … tre. Lei mi abbranca, mi stringe selvaggiamente e poi emette un lamento lungo. A fatica mi stacco dal suo corpo, siamo sudati, ansimanti. Il mio pene è ridotto malamente, si è rimpicciolito fino quasi a scomparire; guardo lei che giace disfatta, incapace anche di chiudere le cosce che restano oscenamente aperte. Era da molto tempo che non godevamo così intensamente. La copro con il lenzuolo, in un atto inconsapevole di pudicizia... 
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