1. Due gemelle


    Data: 15/01/2019, Categorie: Incesti Autore: Genesis

    ... a gambe accavallate al mio fianco, iniziò ad accarezzarmi la testa dolcemente. Io avevo nuovamente nascosto la testa tra le braccia ma per una volta mi sentivo coccolata da lei, era riuscita in un attimo a farmi calmare. Smisi di piangere e, con il viso rosso, mi alzai a sedere al suo fianco. Lei continuava ad accarezzarmi, questa volta sulla schiena ed io, godendomi silenziosamente quel dolce tocco, accennai un tiepido sorriso e alzai lo sguardo verso il suo volto. Martina era splendida, pensai che se fossi stato un uomo anche io avrei desiderato fare l’amore con lei, non solo per il suo aspetto, ma soprattutto per quell’eleganza e quel fascino che io non credevo invece di avere. Arrossii in viso, mi sentivo imbarazzata come se ad essere nuda non fosse lei ma io, e d’un tratto desideravo solo abbracciarla e così allungai la mano verso la sua che teneva poggiata sulla sua gamba, quando notai qualcosa sul suo pube. Lì, sui piccoli peli rossi che ricoprivano il suo ventre c’erano gocce di sperma, gocce dello sperma del mio fidanzata con cui era andata a letto. Ed ecco improvvisamente che l’amore che stavo provando per lei si tramutò in rabbia; mi sentivo tradita, offesa, umiliata. Tutte le ingiustizie che avevo dovuto accettare impotente si ripresentarono nella mia mente e non fecero che acuire la rabbia nei suoi confronti. Fu un attimo e mi trovai addosso a Martina, distesa sul letto, completamente immobile sotto il mio peso. Non sapevo di preciso cosa stavo facendo, agivo ...
    ... senza controllo e in quel momento desideravo solo vendicarmi. Con la mano destra tappai la sua bocca appena un attimo prima che urlasse, con la sinistra premevo forte sul petto mentre, seduta a cavalcioni sulla sua pancia, le tenevo bloccate con le ginocchia le braccia. Dovevo tapparle la bocca e bloccarla, non volevo che scappasse o che urlasse; usai la mano con cui tenevo premuto il torace per slacciarmi entrambe le scarpe e mi sfilai i calzini, ne inserii uno arrotolato nella sua bocca, e usai l’altro come nastro per tapparla. Ora che non poteva urlare la girai a pancia in giù, ero talmente furiosa che non avvertivo alcuna difficoltà nel sopraffarla. Una volta girata, tenendo sempre bloccate le braccia con le ginocchia, mi tolsi il maglione, sganciai il reggiseno e lo annodai intorno ai polsi dietro alla sua schiena. In pochi minuti l’avevo immobilizzata, eppure ancora ero furiosa. Non riuscivo a togliermi dalla mente l’immagine di lei e Simone a letto insieme, non lo sopportavo più. “Era mio, era il mio fidanzato! Tu, tu sei una stronza! Ma ora basta, ora tocca a me divertirmi!” urlai piangendo e così facendo le allargai le gambe scoprendone il perineo. Aveva una vulva candida, di un rosa tenue e con piccoli e delicati peli rossi, ancora sporchi di sperma. Ma la mia attenzione fu catturata dal suo ano, un buchino altrettanto delicato e perfetto… Decisi di iniziare da lì. Con entrambe le mani le allargai le natiche e scopri l’orifizio stretto dalla paura. Lo toccai con il ...