1. Una famiglia accogliente - Capitolo 13 - Il regalo di una figlia


    Data: 17/01/2019, Categorie: Etero Sesso di Gruppo Autore: Minstrel, Fonte: RaccontiMilu

    Nei giorni successivi le mie due donne fecero partire i preparativi per il matrimonio. Si decise per una cosa molto semplice, pochissimi invitati, giusto le persone più care. Si parlava già di chiese, abiti, fedi, ristoranti, lune di miele e altro. In famiglia sembrava tornata la serenità. Da quando Lorena tornò furono altri i momenti in cui ci trovammo a fare l’amore davanti a Sonia. Lorena non l’ammetteva ma l’eccitava da morire, anche a me del resto: Sonia si divertiva a spiarci e guardarci di nascosto, senza però mai partecipare. Ne tra me e lei dopo il ritorno di Lorena ci fu’ altro: ne un bacio, ne nulla. Diceva che non era ancora pronta, aveva paura che la figlia se la prendesse ancora. Non forzai la mano, concentrandomi su Lorena e su come renderla felice. Quel pomeriggio ero da solo in casa con Sonia. Lorena era scesa con una amica per alcuni dettagli del matrimonio. Io ero al pc, cercando di fare un pò di calcoli per le spese. Sonia era invece ai fornelli, mentre preparava un dolce. “Mamma mia che odore stupendo!” dissi girandomi verso di lei mentre infornava. “TI piace? - rispose lei - stasera te ne faccio assaggiare un pezzettino” rispose sorridendo. Tornai al pc, un paio di calcoli, pochi secondi, poi mi alzai. Sonia era di spalle china a leggere da un libro di ricette. L’abbracciai da dietro, con decisione. Emise un piccolo urletto di sorpresa. “Sei sempre così irruente” disse ridendo. “Una volta ti piacevo quando facevo l’irruente a letto, no?” le dissi ...
    ... dandole un bacio sul collo. Sonia si girò, scansandosi: “Lo sai che non sono dell’umore adatto” disse. Le andai vicino, l’abbracciai. Questa volta non si staccò. Le sussurai all’orecchio: “Tua figlia è l’amore della mia vita, ma tu mi manchi lo stesso - dissi - e poi, più che la torta, mi piacerebbe assaggiare te”. La baciai. I primi secondi di freddezza, ma poi la sua lingua giocava sulla mia, mentre portai le mie mani al suo sedere. L’alzai con un movimento lento ma deciso: Sonia strinse le gambe intorno alla mia vita, e cavalcioni la portai in camera da letto. Ci buttammo sul letto. Ci baciavamo voracemente, mentre le nostre mani nervose cercavano i vestiti dell’altro per toglierli, e alla peggio, strapparli via. Dopo pochi minuti eravamo entrambi nudi, completamente, io su di lei. “Cazzo, quanto mi sei mancata” dissi buttandomi sulle sue tette, leccandole come un bambino. Sonia rise mentre mi accarezzava, mantenendo il seno con le mani: “Fai presto che tra poco dovrebbe tornare Lorena” disse lei. Le bacia la pancia, poi giù fino alla gambe. Ne alzai una, e cominciai a baciarla da piedi, fino a scendere alla sua figa. Feci la stessa cosa con l’altra gamba, per poi tornare tra le sue gambe. “Adesso Lorena non mi interessa, voglio solo aprirti in due come una mela!” dissi io. Sonia sorrise, per poi trasformare il suo viso in una smorfia di piacere quando cominciai ad usare la sua lingua. Ansimava piano, mentre mi accarezzava i capelli. Rispetto alla figlia era molto meno ...
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