1. Dolce cuginetta 3- infine, la figa


    Data: 18/01/2019, Categorie: Prime Esperienze Autore: intesacomplice

    Dopo quella fantastica inculata Giulia ripensò al nostro rapporto e cominciò a dubitare della “innocenza” dei nostri incontri e decise che forse avevamo esagerato.
    
    - Basta - mi disse il giorno dopo la notte dell’inculata - è ora di smetterla, non si può continuare così, siamo in grande peccato! Sai che ho trovato del sangue nelle feci?
    
    Ma il sangue non era il suo, ma il mio: nel rapporto violento, mi si era spezzato il filetto del cazzo e ancora mi faceva male. Glielo dissi, ero terrorizzato e la invitai ad andarsene, perché la sua presenza mi faceva intostare, procurandomi nuovo dolore.
    
    Ma la domenica successiva la nonna andò in gita con la chiesa che frequentava, sarebbe rientrata per le cinque. Non riuscimmo a resistere… ora che eravamo tanto cresciuti da avere rapporti completi, giocammo a “marito e moglie”; giravamo nudi per casa, spadellando, guardando la TV, ma, soprattutto facendo sesso spesso, in ogni posto della casa e in ogni posizione.
    
    Non si contarono le volte che sborrammo insieme, o separatamente.
    
    Passammo un’altra settimana di passione. L’uso continuo rese il culetto di Giulia completamente disponibile, morbido e arrendevole come una vagina. Potevo incularmela in qualsiasi momento della giornata, anche nel sonno qualche volta. Mi passavo un po' di saliva sul glande e la montavo immediatamente, lei per facilitare la penetrazione, girava per casa senza mutandine. Le piaceva essere presa, anche controvoglia, mentre faceva tutt’altro… quasi ...
    ... incurante della penetrazione anale. Le piaceva fare l’oggetto per i miei orgasmi
    
    Qualche volta, le arrivavo alle spalle, mentre era in cucina, persa nei suoi pensieri proibiti. Allora Giulia già sapeva cosa fare: alzarsi la gonna e chinarsi di quel poco che avrebbe reso scorrevole l’inculata.
    
    Se ne stava lì, tranquilla, anche alcuni minuti in attesa, finché, dai miei movimenti e dal respiro affannoso, capiva che ero quasi all’acme. Allora si allargava le natiche con le dita, in modo che il suo buco sfiancato fosse facilmente rintracciabile, io ero pieno di foga e voglioso di venire in fretta: entravo subito. Avevo imparato a farlo proprio all’ultimo momento.
    
    Spesso non scopavo nemmeno una volta, entravo come un treno in galleria, e penetrando sganciavo tutto il seme possibile.
    
    Sbuffavo, ringhiavo e godevo a lungo, tremando sulle gambe per la tensione dei nervi.
    
    Depositavo tutto la sborra disponibile e poi mi ritiravo da lei, il cazzo usciva talmente pulito che non dovevo fare altro che rimetterlo nella patta e continuare nelle mie attività.
    
    Giulia, invece, spesso approfittava di quelle possessioni per un suo piacere più languido. Faceva di tutto per restare piena del seme il più a lungo possibile, stringendo lo sfintere e trattenendolo in corpo mentre continuava a sfaccendare per casa. A volte manteneva talmente a lungo che io avevo il tempo di riprendermi e tornare alla carica, per fottere di nuovo; così avevo sguazzato col cazzo nel mio stesso sperma, quello che ...
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