1. Il passato mi condiziona


    Data: 21/01/2019, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: miriana

    ... fidanzato come se nulla fosse accaduto? ” obbiettai, senza nemmeno un briciolo di convincimento. “ Cos’è che ti disturba di più, essere stata stuprata da noi o lasciare quella specie di fidanzato? ” mi domandò, sarcastico. “ Entrambe le cose …! ” dichiarai all’istante, anche se dentro di me sapevo di mentire. “ Beh, allora, rammaricati soltanto per lo stupro, visto che quella specie di mezzo uomo che tu ti ostini a chiamare fidanzato, ha combinato l’inghippo solo per vantarsi con tutti noi … ” mi aveva confessato, con una naturalezza sconcertante. Dopo quella rivelazione, raccattai tutti i vestiti stracciati, mi coprii alla meglio, scesi dalla macchina, raggiunsi Sarino, che nel mentre dialogava tranquillo con gli altri tre ragazzi, l’insultai con tutti gli epiteti più volgari che conoscevo e me ne andai a piedi verso la parte del parco dove Tullio mi aveva detto di aver parcheggiato la sua auto. “ La posso accompagnare, bella signora …? ” La voce, ed il braccio che mi aveva circondato la vita, erano le stesse che avevo sentito in macchina: volitiva di tonalità ed energica come stretta. “Lasciami stare! ” avevo risposto, sperando in me che non lo facesse . “ A quest’ora della notte, una donna sola, nel parco, potrebbe venire stuprata ! ” sussurrò, scrutandosi intorno, guardingo. “ Mi prendi per il sedere, Tullio? ” l’affrontai piantandomi a gambe larghe e con aria di sfida. “ Si, cioè, no …, o meglio: l’ho fatto, ma lo rifarei con piacere, se mi darai ancora l’occasione ...
    ... per amarti in quella posizione ” rispose, mandandomi in estasi. Non so ancora oggi perché, ma quel ragazzo, aveva la facoltà di mandarmi in cima all’Everest soltanto con la voce, e oltre l’universo se posava le sue labbra sulle mie. Il suo appartamento, all’ultimo piano di un medio caseggiato, era composto da quattro enormi stanze, suddivise in cucina, salone, e due camere da letto, una per eventuali ospiti, oltre i due bagni, ovviamente. Inoltre, una scala interna portava in soffitta, enorme, dove Tullio conservava una decina di biciclette da corsa, strumenti utili allo sport che faceva buonanima di suo padre, un corridore piuttosto noto, seppi in seguito. Senza dire una sola parola, mi prese in braccio, mi condusse nella stanza degli ospiti depositandomi poi sul copriletto e mi coprì con tutto il suo corpo, mentre mi baciava con una bramosia alla quale non mi sarei sottratta per nulla al mondo. Oltre l’amore congenito ed incestuoso che da sempre mi legava a mio padre, non l’avevo mai provato per un altro uomo, fino a quel momento. Forse, era solo infatuazione o sindrome di Stoccolma, ma per lui, da quell’ attimo in poi mi sarei gettata nel fuoco, se me lo avesse chiesto. Per non dire poi quello che io avrei fatto quando iniziò a leccarmi il corpo, soffermandosi sul tratto che va della vagina al centro dei glutei, intorno al buchino dell’ano, poi penetrato a tratti dalla sua lingua, umida, tremula. Si era appropriato del mio corpo e della mia volontà senza darmi respiro, e ...
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