1. Seduta dallo psicologo - Capitolo 1


    Data: 23/01/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: jag12399-relat

    ... espressione impassibile, ma mi era parso di vedere un ghigno di soddisfazione. Il venerdì seguente, l’ultimo giorno che la palestra era aperta, visto che c'era un ponte per festività, uscì tardi dalla biblioteca e arrivai in palestra quasi alle diciannove, cioè all’ora che normalmente uscivo. Parcheggiai il mio scooter in tempo prima che un violento temporale si abbattesse all’improvviso. Mentre raggiungevo gli spogliatoi, notai che la palestra era stranamente vuota. Alcune aree erano già con le luci spente come se stessero per chiudere. Mi fu informato da uno dei personal trainer che il motivo era il lungo ponte di festività del fine settimana che come avveniva quasi sempre, faceva si che i frequentatori, andando in vacanza, saltassero l’allenamento. Quando arrivai al mio armadietto, vidi l’uomo che era pronto per andare ad allenarsi. Aveva sulle spalle l’asciugamano e io mentre accennavo educatamente un saluto, non potei evitare di abbassare lo sguardo e fissare “il pacco” che era messo in evidenza dai suoi pantaloni elasticizzati. Lui se ne accorse e con un sorriso disse: «Ci vediamo dopo, oggi siamo in pochi…» Non diedi particolare importanza a quelle parole, anche se mi avevano comunque turbato, e dopo essermi cambiato mi avviai al mio tapis roulant e iniziai a correre. Indossavo dei pantaloncini corti e una maglia del Rock Caffè. Notai che l’uomo si era piazzato dietro di me, nella zona dove ero di solito allenarmi, mentre lui utilizzava un vogatore. Accennai un ...
    ... sorriso imbarazzato, quando incrociai il suo sguardo, e non so neanche il motivo, comunque mentre cominciavo a correre aumentando gradualmente la velocità, ogni tanto giravo un po’ la testa e con la coda dell’occhio per vedere se era sempre li ad osservarmi, notando che in effetti, continuava a fissarmi, o almeno quella era l’impressione che avevo. Era passata circa mezz’ora, poi mi spostai per un'altra ventina di minuti sulla cyclette e finire sulla gluteus machine. Come in precedenza, lui era sempre alle mie spalle a fare qualche esercizio, senza perdermi di vista. A un certo punto vidi il responsabile che in tuta e il borsone a tracolla si avvicinò all’uomo e disse: «Ciao, Markus, io vado via, ci vediamo la prossima settimana. Tutto il resto è chiuso. Sai cosa devi fare, per le chiavi non preoccuparti, abbiamo le copie, buon week end» Capì che quell’uomo era, o un cliente fidato o un socio o altro, e che nella palestra eravamo rimasti solo noi due, anche se io comunque avevo terminato il mio allenamento. Il responsabile si avvicinò e mi disse: «Arrivederci, fai pure con comodo, non c’è fretta» «Veramente ho finito, sto andando via anch’io…» «Thomas sta piovendo a dirotto, addirittura con qualche chicco di grandine. So che stai con lo scooter, ti conviene aspettare, ci vediamo…» Salutai restando un po’ preoccupato. Come avrei fatto a tornare con quel tempaccio e quando avrei dovuto aspettare per poterlo fare? Mentre facevo un cenno di saluto, l’uomo si era avvicinato e mentre si ...
«1234...»