1. Seduta dallo psicologo - Capitolo 1


    Data: 23/01/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: jag12399-relat

    ... eccitato membro: «Adesso lo prendi in bocca e lo succhi come sicuramente sai fare!» «Io non ho mai succhiato un cazzo, io non sono gay» Risposi cercando di impedire ciò che stava per accadere. «Neanche io sono gay, succhia puttana!» Spinse il suo pene nella mia bocca e con qualche fatica la cappella entrò. Il sapone favorì che si aprisse strada e dopo qualche minuto una buona porzione di quel siluro entrava e usciva ritmicamente dalla mia bocca. Poi ad un tratto mi fece girare e mi resi conto quello che stava per accadere. Cominciò a inserirmi un dito dentro il mio culo e dopo un po’ ne aggiunse un altro, favorito dalla viscosità del sapone. «Non avrai mai ciucciato un cazzo ma nel culo lo hai preso visto che non è tutto sto vergine eh, puttana?» «Nessuno me lo ha mai messo in culo, lo giuro!» Sembravo più preoccupato a negare le sue affermazioni che al fatto che stesse per incularmi. «Be, allora ho due notizie per te, una meno buona e una buona: La prima è che la mia esperienza mi dice che il tuo culo non è vergine, il che significa che se nessuno ti ha inculato lo hai fatto da solo con qualche oggetto. La seconda che tra un po’, il culo te lo farò io e di sicuro te lo sfonderò eliminando qualsiasi residuo di virginità. Adesso rilassati, altrimenti, ti farò male…» Infatti, dopo qualche istante, senti il sapone che lubrificava il mio ano e il suo cazzo premere per entrare. Dopo un po’ la cappella, spinta con fermezza attraversò il primo anello di resistenza, non senza farmi ...
    ... sentire un dolore lancinante. «Ahi! Fa male!» «Ho detto di rilassarti, non di irrigidirti e stringere, curvati un po’ e rilassa lo sfintere, altrimenti ti farà più male. Hai già provato prima, il mio cazzo è più grande ma appena lo prenderai tutto dentro comincerai a godere come quella troietta che sei! Rilassa il culo!» Non ci volle molto prima che quel suo grosso e duro pezzo di carne invadesse completamente il mio più intimo spazio. Ancora una volta, aiutato dalla viscosità del bagno schiuma, entrava fino in fondo, usciva e rientrava. Uno delle sue possenti braccia mi teneva avvinghiato a se dalla cintura, impedendomi di poter allontanarmi, con l’altra mano, aveva afferrato la mia testa per i capelli mentre il suo bacino spingeva e spingeva. Cominciai a provare piacere. Era un piacere prodotto, non solo dalla stimolazione dei tanti terminali nervosi che si trovano nell’ano, dalla prostata “massaggiata" dalla sua cappella al passaggio, dalle dimensioni che mi riempivano tutto facendomi sentire una pressione che arrivava fino agli occhi, ma anche dal contesto stesso in cui tutto stava avvenendo. Eravamo da soli, in una palestra deserta, e lui, senza nessun ritegno era entrato nella doccia per farmi suo. Era ovvio che mi avesse “puntato” già da qualche giorno. I miei lineamenti delicati, il mio culetto sporgente, le mie natiche che facendo esercizi si dimenavano, lo avevano convinto che ero una preda, e visto che lui era un predatore, la mia sorte era già decisa da tempo. Poi ...
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