1. La cascina del piacere


    Data: 24/01/2019, Categorie: Etero Autore: FREEALL

    ... dell'amica.
    
    Infine, una volta terminato il servizio, Alessandra riprese a rimproverare e umiliare Lara. Si scostò da lei e, colpendola con un colpo secco talmente forte da farla sobbalzare per il dolore, l'avvertì con voce altisonante: “E domani, tocca alla tua amica!”. All'udire quelle parole, un orgasmo travolgente si scatenò nel corpo di quella splendida ragazza che ora trattenevo, stretta a me, con una mano avvinghiata ai suoi seni e l'altra appoggiata sulla bocca per impedirle di urlare il suo piacere e farci scoprire. Il suo orgasmo, inevitabilmente, scatenò la reazione incontrollabile del mio sesso, che le inondò le viscere di caldi getti di sperma.
    
    Rimanemmo per un lungo istante ansimanti e appagati, mentre io continuavo a stringerla e con il viso appoggiato alla sua schiena, inalavo attraverso la maglietta il profumo della sua pelle, ascoltavo come una musica i battiti incalzanti del cuore, assaporavo quel contatto intimo e confidenziale. Avrei voluto ricoprirla di piccoli baci, coccolarla per dimostrarle quanto avessi gradito quel momento magico di puro erotismo, convincerla di quanto mi sarebbe piaciuto rivederla per rivivere con lei dei momenti di calda intimità, quando, in maniera flebile ma distinta, udii da lontano i rintocchi di una campana, che con il suo suono avvertiva del passare del tempo, scandendo le ore della giornata.
    
    Quel suono, ebbe l'effetto come di un fischio acuto che sorprende, che distogliendoti da ciò che stai facendo richiama ...
    ... l'attenzione su un pericolo e verso un dovere, oppure di uno scossone che di soprassalto ti risveglia da un sonno profondo e, nel contempo, ti strappa ad un sogno magnifico. Un suono che mi fece ripiombare nella realtà, riportando alla mia mente l'impegno che mi ero preso di riconsegnare al più presto la macchina. Ignaro di quanto tempo fosse passato ma conscio di aver combinato un guaio, figurandomi per un istante il padre di Ruggero che, prevedibilmente spazientito, mi stava aspettando, di scatto e velocemente mi tirai su i pantaloni, afferrai i fogli con i certificati e li misi in mano all'amica di Lara, poi mi girai e, a due alla volta, scesi di corsa i gradini di quella ripida scala, cercando di non cadere per la fretta di arrivare alla macchina.
    
    Una volta giunto in fondo, mi voltai e per assicurarmi che avesse capito, le dissi: “Ti prego, consegna quei fogli ad Alessandra!”. Fu allora che incrociai il suo sguardo. Fissai i suoi occhi per un istante che mi parve interminabile, cercando di trovare le parole che, per l'emozione, non riuscivo ad articolare e a pronunciare. Lei continuava a fissarmi con gli occhi dolci e un sorriso appena accennato su quel volto appagato e disteso, come quello di una donna che ha appena fatto l'amore, di una bellezza e di un'intensità che non ho mai più dimenticato.
    
    Stupidamente, mi lasciai assalire dagli scrupoli e dalla fretta e, con quell'immagine negli occhi e il cuore stretto in una morsa, corsi a riportare indietro la macchina.
    
    Così ...