1. Metti una sera in treno


    Data: 28/01/2019, Categorie: Etero Dominazione / BDSM Sensazioni Autore: Black Prince, Fonte: RaccontiMilu

    ... che mi degnasse di uno sguardo in più di quello che avevo percepito miaveva squadrato le calze nere che mi velavano le gambe. Qualcuno avrebbe potutodire che il vestito che portavo era troppo scollato, e quel qualcuno avrebbeavuto la voce di mia suocera; ma era caldo in treno, e mi ero tolta il foulardche portavo in ufficio per nascondere i dei seni che non passavano certoinosservati. E davanti a me non stava certo sedendo mia suocera, che di solitosembrava guardare più il mio seno che i miei occhi mentre mi parlava. Anzi,forse avrei preferito fosse mia suocera a sedermi di fronte, visto chequell'uomo sembrava essersi limitato a soffiarmi una domanda all'orecchio, enon aveva degnato di uno sguardo le mie tette.Mi stava quasi indispettendo col suo caparbio modo di leggere Asimov. Dopopoco, però, mi resi conto che le sue dita non avevano sfogliato pagina datroppo tempo, e che quei jeans stretti stavano diventando sempre più stretti,proprio davanti alla patta... No, mi stavo sbagliando, era solo una mia idea, ementre mi baloccavo con questi pensieri le mie gambe, quasi per volontàpropria, si scavallavano e si accostavano, e le ginocchia non ne volevanosapere di accostarsi. No, ora ne ero certa, quel libro era fermo da troppotempo alla stessa pagina, e i bottoni dei Levi's erano più tirati di prima. Maancora non sembrava degnarmi di uno sguardo. Allora sì allargai leggermente dipiù le ginocchia, ed ero io a volerlo fare!Passa il controllore, prende il mio abbonamento e molto ...
    ... gentilmente mi ricordache tra due stazioni avrei dovuto scendere per la coincidenza. Prende ilbiglietto allo sconosciuto di fronte a me, e non dice una parola. Fra dieciminuti sarei scesa e non l'avrei più visto. Ma che cretina, mi dissi, ma cosate ne importa! Arriva la stazione di cambio, mi alzo e senza salutare miavvicino alla porta del vagone per scendere. Percepisco, senza voltarmi, chenon sono l'unica che si appresta a scendere, esattamente nello stesso momentoin cui mi accorgo che ho un impellente bisogno di trovare al più presto unatoilette! Scrutare di sottecchi il mio compagno di viaggio non mi aveva fattopercepire che avevo un disperato bisogno di fare pipì. Per fortuna che avevoventi minuti tra un cambio e l'altro di treno, avrei cercato un bagno nellastazioncina dove stavo per scendere. Il treno si ferma lentamente, troppolentamente, per la voglia di scendere, salto giù dalla carrozza e cerco subitola direzione da prendere. Certo, la fretta era tanta, ma ora credo che mi sareidovuta accorgere di essere seguita, ma si sa, solo dopo ci si rende conto.....La piccola stazione &egrave deserta, non ci sono edicole aperte, anche labiglietteria sembra chiusa, ma fortunatamente i bagni sembrano illuminati.Entro di corsa nel bagnetto e dopo poco ne riesco, più rilassata, per lavarmile mani. Mentre l'acqua mi scorre sui polsi sento una mano afferrarmi icapelli, tirarmi indietro la testa, l'altra tapparmi la bocca. La stessa voceche mi aveva chiesto mezz'ora prima "E' libero?" ...