1. Metti una sera in treno


    Data: 28/01/2019, Categorie: Etero Dominazione / BDSM Sensazioni Autore: Black Prince, Fonte: RaccontiMilu

    ... mi intima di non parlare:sembra che mi chieda "E' libero?" di nuovo. E io vorrei rispondergli "No, &egraveoccupato!", ma la mano che mi tappava la bocca ora mi sta sollevando la gonna,mi sta liberando dagli slip, mi scorre lungo la fica, mi accarezza il culo. Ela mia bocca non urla, anzi sussurra "Certo che &egrave libero, serviti pure". Sì,una frase assurda, cretina, ma era dettata direttamente dalla mia fica, che nonpotendo parlare si stava bagnando come da mesi non faceva più. Mi tira icapelli sempre più piegandomi indietro la testa, mentre due dita si fanno largotra le mie grandi labbra. Spingo il culo all'indietro, facendomi penetraresempre più dalle dita e sentendo che il gonfiore dei Levi's che avevo scrutatoin treno era veramente un cazzo gonfio. Cerco di sbottonargli i pantaloni,senza riuscirci. Mi lascia i capelli e si sbottona da solo, io spingo il mioculo sempre più verso di lui inarcando la schiena. Come d'incanto mi sentoaperta, penetrata, spinta, compressa, invasa. Sento caldo tra le cosce, sentola cappella che mi allarga il profondo, sento l'asta che mi apre le piccolelabbra, i suoi fianchi spingere sul mio culo. E' sempre più profondo, sento ilcaldo ...
    ... salirmi allo stomaco, alla bocca, alla testa, la mia mano prende la sua ela implora di strizzarmi un capezzolo, mentre l'altra sua mano mi sfrega ilclitoride. Non capisco più nulla, mi sento gridare, mi sento venire, mi guardogodere, poi godo per davvero, sciogliendomi sul lavandino. Ora lui spinge più afondo, sento la sua cappella sempre più grossa aprirmi il fondo della fica, losento ansimare sempre più velocemente. Solo allora mi libero dalla sua morsa,quando &egrave più sguarnito, più sorpreso, più indifeso, e lo spingo via dalla miafica, dal mio sedere, dal lavandino. Mi volto, incrocio il suo sguardoattonito, mi inginocchio e gli prendo la cappella in bocca, fino a che non miinonda la gola con il seme caldo, senza distogliere i miei occhi dai suoi.Neanche una goccia volevo lasciargli, lo succhio, lo lecco, lo pulisco, allafine, bevendo tutto quello che sprizzava dalla punta congestionata della suacappella.Come uscimmo non lo ricordo, insieme, separati, prima lui poi io, proprio nonricordo. Ricordo solo che quella sera, dopo aver mangiato molto più tardi delsolito, dopo tanti anni.Alla mattina mi sono svegliata vicino a mio marito... ed ero in ritardo per il mio treno.... 
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