1. Una vita da maestra


    Data: 30/01/2019, Categorie: Etero Autore: Anna la rosellina

    Ormai sono in pensione, ho tanto tempo per me , da un anno mio marito non e’ piu’. Non pensavo che,tutto considerato, sarei arrivata cosi’ presto a questo traguardo, mi guardo allo specchio e vedo quello che sono diventata ora, vedo una giunonica signora matura ancora abbastanza piacente ma se chiudo gli occhi rivedo ancora quella bella ragazza bionda e magra di quindici anni, come e’ passato veloce il tempo. Ho deciso di scrivere questo racconto, sara’ l’unico che scrivero’, svelero’ ai lettori quella parte della mia vita segreta che nessuno finora ha mai conosciuto, nessuno sapra’ mai la mia identita’ e per quelli che mi conoscono questa parte della mia vita restera’ sempre sconosciuta. Fino a poco tempo fa ero una maestra della scuola primaria,ho visto crescere tanti ragazzi e molti di quelli ,ormai con moglie e figli, incontro ancora, mi vogliono bene , molti, un tempo, si erano innamorati di me , della loro maestra, per tanti di loro sono stata il primo infantile amore. Di tante ragazze sono stata consigliera e confidente, molte hanno conservato per me un affetto filiale, anche ora che le vedo barcamenarsi fra i mille problemi del lavoro, della famiglia e dei figli a volte mi cercano per consigli o solo per una parola di conforto. Sono una vedova amata e stimata da tutti. Tralascero’ nel racconto gli anni della mia infanzia e della prima adolescenza, non ne conservo un buon ricordo, la mia famiglia viveva ai limiti della poverta’, mio padre quasi sempre disoccupato e ...
    ... mamma che perdeva gli occhi e le notti sulla macchina da cucire per riuscire a mettere il piatto a tavola. Eravamo quattro figli, due femmine e due maschi, vivevamo tutti in un paio di fredde stanzette al primo piano di un fatiscente edificio, era dura andare avanti ma ,fortunatamente, nei momenti peggiori potevamo contare sull’aiuto della sorella di papa’ , maestra anch’ella, e di un fratello di mamma, ma quante umiliazioni ci costava quella pidocchiosa carita’. In quella obbligata promiscuita’ ,per me che ero la maggiore delle due femmine ,avevo gia’ sedicii anni, era quasi naturale che prima o poi ricevessi le attenzioni di mio fratello maggiore, cosi’ quando mamma andava a consegnare il suo lavoro e papa’ era fuori a cercar di guadagnare qualcosa mio fratello mi chiedeva di alzare la gonna e di mostrargli la fica,che ormai aveva gia’ il pelo, o il culo e poi di fargli una pugnetta , come mi insegno’ si chiamasse quello che gli facevo. Non e’ andato mai oltre “le pugnette” in verita’ ma,per questo, presto ho conosciuto come erano fatti gli uomini. Mio fratello aveva diciotto anni , ormai lui era un uomo e io poco piu’ di una adolescente. Mi ritrovavo cosi’ a segare quel grosso uccello, perche’ mio fratello lo aveva grosso, e aspettavo con un misto di tremore e di curiosita’ il momento in cui da quel cazzo sarebbe schizzata la sborra calda che avrei raccolto in un fazzoletto che poi sarei andata immediatamente a lavare per non farlo trovare a mamma. Capivo che mamma poteva ...
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