1. Il singolo e le emozioni che suscita nell'uomo


    Data: 01/02/2019, Categorie: Sesso di Gruppo Autore: LucasFromParis

    ... subito, ma condividere la mia donna con un altro? Mai!”. Mi sarei rivelato piccino e meschino. Uguale a mille altri. Banale. Dozzinale. Non mi sottrassi. Non provai né a rifiutare né a procrastinare. La Lupa si sarebbe presa in ogni caso ciò che voleva. Ma non fu per quello che accettai. Lo accettai perché il Gioco non è che un percorso all'interno di sé stessi. Un viaggio alla ricerca di noi stessi, a un livello di conoscenza e di accettazione superiore. Ero spaventato? Sì, molto. Ero già geloso? Certamente! Avevo paura che lui fosse più bello? Più bravo? Avevo paura di vederla godere più che con me? Sì. Avevo tutte le paure che un uomo innamorato ha. La mia sicurezza svaniva di colpo. Avevo una maledetta paura di perderla. La gelosia che si prova durante uno scambio a quattro non è che la pallida ombra di ciò che provavo rispetto a un uomo. Un singolo. Un maledetto singolo che si sarebbe preso il corpo della mia donna. Era affascinante e terribile. Dovevo in qualche modo mantenere il mio ruolo e la mia dignità; imposi quindi di essere io a controllare tutto fino al giorno fatale. Il pensiero che lei chattasse con lui direttamente era del tutto insopportabile. Almeno avrei finto di comandare. Non bluffai. Al mio messaggio sul sito si proposero all’istante numerosi maschi avidi della mia donna. Mi mandarono le loro foto e io passai del tempo online con ciascuno di loro, per capire qualcosa in più della personalità di ciascuno. Se singolo doveva essere, sarebbe stato ...
    ... esattamente quello che voleva lei. Costi quel che costi.
    
    La scelta infine cadde. Qualche anno meno di noi, fisico atletico. Sorriso sfrontato, educazione, stile. La Lupa avrebbe adorato, ne ero dolorosamente certo. Esattamente il tipo di maschio da cui voleva essere posseduta. Il maschio nei cui occhi avrebbe adorato leggere desiderio. Il suo singolo. Volli far durare il piacere, rendere il gioco più raffinato e disegnai lo scenario. Il Singolo non accettò tutto. La Lupa era talmente seducente che avrebbe fatto molto più che prendere un permesso dal lavoro. Nonostante fosse un uomo che di certo piaceva a molte, la mia donna era comunque di altissimo livello. La sua pelle perfetta, la sua bocca prometteva perversione. Gli occhi timidi e lussuriosi. Il seno grande. Le gambe lunghe e perfette. Convocai il singolo in un bar.
    
    Eravamo seduti, la Lupa ed io, a un tavolino quando lo vedemmo. Il mio cuore ebbe un tuffo. I jeans gli cadevano perfettamente, il giubbotto di pelle valorizzava le sue spalle ampie. Seguendo le indicazioni che gli mandavo dal telefono sedette solo a qualche tavolo di distanza. La terrazza era semivuota, lo ricordo come se fosse ieri. La Lupa e il singolo iniziarono a giocare con gli sguardi. Tanta era la tensione erotica che mi stupivo come nessuno ci notasse. I due non avevano il permesso di parlarsi. Si guardavano. Si guardavano e maledizione si piacevano. Le guance della lupa erano leggermente arrossate. La sua bocca semichiusa in un broncio seducente. Le ...