1. Parla con gli sconosciuti


    Data: 01/02/2019, Categorie: Etero Autore: senzaidentità

    Finalmente caldo...Non ne potevo più del gelo. Avevo quasi cominciato a credere che il concetto astratto di freddo avesse il suo corrispondente corporeo dentro me. È colpa di dicembre e di frazioni di giornate che divengono interi notturni prima ancora che l'orologio abbia battuto il sei. Non ci penso. D'altronde questa sera non avrò una cena calda, forse un panino al gate. Caro e scadente. Non fa niente. L'odore di cibo stria il freddo e il mio stomaco si apre, lo comprerò, va bene. Berrò la coca cola e andrò a fumare in quella scatola di vetro prima delle nove. Anche questo mio vicino di sedile scomodo sta mangiando il medesimo panino e fa rumore con le mascelle. Pare che si sgretoli i denti, ha una compatta barba rosso fulgido e spalle larghe. Sta seduto col ginocchio ripiegato. Mi ricorda qualcuno o qualche cosa. Ma non saprei dire cosa. Muove le mani manco stesse a teatro, le ha grandi, lavoratrici. Non riesco a indovinare di quale marca sia il suo orologio, non me ne intendo ma ha un quadrante color oro e un cinturino ferreo con una specie di... Non ho visto. Ha rigirato il polso, risaltano ampie vene che palpitano di impazienza quanto le mie. Compie movimenti rotatori, flette le dita e ammira di fuori. È tutto calmo e senza vento ma hanno preso a cadere gocce grigie come foglie d'hosta. -In caso di cancellazione del volo o mancato imbarco i passeggeri potranno recarsi al...- Ho perso il filo per colpa di quella voce e poi non mi interessa dove posso andare se salta ...
    ... tutto. Il mio viaggio non può essere cancellato. È da stamattina che sono fuori casa, avviluppata in due maglioni di lana più il giaccone e nonostante tutto ho capezzoli irti e blu. Non si gira per niente, non fa manco un saluto. Certo stasera non devo apparire molto sexy, ho gli occhi stanchi e i capelli nero polvere. Non ho uno specchio in borsa... Vado a guardarmi in quella scatola di vetro. Il verde dei miei occhi è virato completamente al rosso. E riprende quel motivo monotono: -Per acquisire la carta dei diritti del passeggero. In particolare in materia di riconoscimento pecuniario ed assistenza.- Ma perché non sta zitta? Io devo partire ed il ritardo è già di un'ora e mezza. Anche questo affare a fianco a me ora sbuffa, più forte. Si contorce, più forte. Mi sbatte contro, la sua valigia mi si è infissa nel malleolo. Che dolore. S'arrabbia, si alza, si chiude nel vetro. Ed io che in questo alone intimo che s'era creato nell'aria stavo quasi meglio, adesso ho freddo al caldo e ancor più noia. Facciamo che gli vado dietro, voglio fumare anche io e intanto penso... Penso. Visualizzo le sue mani e provo a indovinare di sotto ad una felpa immensa che non fa vedere nulla come possa avere le braccia e il petto. Neanche di me si vede niente, inconvenienti dell'inverno. Nell'attimo in cui apro la porta scorrevole e mi acciottolo al vetro mi chiedo in che modo potrei attaccare il discorso. Ma non sono mai stata brava, la timidezza è il mio lato marcato. È mezzanotte, il firmamento ...
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