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Parla con gli sconosciuti
Data: 01/02/2019, Categorie: Etero Autore: senzaidentità
... nero stellato è trasposto nell'asfalto bagnato. Dovrei appellarmi ad una qualche -pulsione fondamentale- per riuscire anche nell'idiozia di domandare l'accendino. Dicono che pulsioni fondamentali prevalgano su ogni altra cosa ma forse io non ne ho. O si ne ho... Ma non riesco a manifestarle. È così da sempre, dalla prima volta che ho scopato che poi non è stata esattamente una scopata perché non l'ho decisa io. O forse proprio per questo fu una scopata e basta. Non sono tanto brava a raccontar le storie ma la mia mente sta restaurando un ritratto che forse può darvi un quadro esauriente. C'è una persona dietro al vetro, di complessione uguale a questo. Ha gli zaffiri negli occhi ed il rame nei capelli ma di rosso c'è pure il mio sangue che gli goccia dai denti. Non c'è quasi nessuno ad attendere. Forse perché è lunedì. La partenza è rimandata ancora ed i pochi astanti che sono hanno riempito questo box per fumatori. Io ancora... Non sono riuscita ad accendere. Niente. Lui è entrato, è uscito, è tornato.. Ha bofonchiato sillabe al telefono e adesso riappare. Non ci passa più, ora siamo troppi e sulla porta c'era scritto max. 8 persone ma abbiamo superato la numerazione e molto anche. Accade in questo momento che io cerchi nella sua immagine un rifugio contro il freddo di un ricordo, lui parimenti va a caccia di una rifugio dalle cattive sensazioni che lo pervadono. Una delle sue mani preme alla colonna al centro del box per farsi largo con la spalla fra gli altri corpi e ...
... l’altra mano si poggia alla mia anca in un'inavvertita carezza sensuale. E sempre per sbaglio, nello spostarmi mi sfiora il viso, il lembo di pelle in coda al taglio orientaleggiante dei miei occhi. Scende lentamente lungo il collo e sulla spalla, intiepidendo il mio seno riottoso ai suoi gesti che pure lo vorrebbe tanto. La morbidezza salda della nostra pelle non c'entra niente col mio inverno. Ho trovato quella pulsione fondamentale a quanto sembra, mi sono irradiata di un largo sorriso. Si è fatto vicino chiedendomi da dove vengo ma pare che possiamo stare solo qui, che non conviene allontanarsi e perdersi nemmeno. Il mio approcio sfacciato di premergli il ventre alla cintura per sentirlo duro e farmi sentire tenera ha risposto per me. “Vieni con me.” Ha bisbigliato al mio orecchio. È un pazzo passionale ed io nella possibilità di sfondare il vetro spinta dal suo peso ho sentito espandersi il lago tra le cosce. Gli son venuta appresso qua fuori. Le carezze ed i gesti dei miei ricordi erano molto simili a questi, magistralmente prescritti sulla carta smerigliata di un lenzuolo sostituito adesso dall'ammezzato gessoso che separa il bar degli arrivi ormai chiuso dall'entrata dell'area partenze. Chiudo gli occhi, mi sono illusa che questo corpo appartenesse al mio compagno circonfuso da una luce di ricordi vellicanti. Ma è bastata solo la piccola differenza che ho percepito nel sapore di queste labbra per accendere il proiettore sulla ribalta in cui mi trovo. Lo sfondo è un ...