1. Racconti trucidi : trento: elettra, la professoressa di matematica


    Data: 08/02/2019, Categorie: Tradimenti Autore: ZioPaolo, Fonte: Annunci69

    ... in classe, quello che invece non sono riuscita a controllare sono le mie sensazioni a fronte di certe persone.
    
    Nella classe dell’ ultimo anno, infatti, ci sono quattro o cinque ragazzi veramente belli: fino ad oggi avevo scelto come amanti occasionali persone della mia età o più grandi. Non avevo mai soffermato la mia attenzione o il mio interesse sui ragazzi molto giovani. Qui, invece, anche perché li avevo sotto i miei occhi tutti i giorni, ho cominciato a provare strane sensazioni, mi sono scoperta a pensare a loro anche fuori della scuola, di fantasticare situazioni strane; scacciavo questi pensieri, ma poi ritornavano.
    
    In particolare uno, Roberto, mi stuzzicava particolarmente: alto, biondo, capelli a caschetto, viso simpatico, ottimo sportivo e, soprattutto, grande sciatore, carattere aperto e gioviale, adorato da tutte le ragazze. Anche altri ragazzi erano molto affascinanti, però Roberto mi attirava di più. Io cercavo di mantenere un contegno, ma non potevo esimermi dal rispondere a certe “battutine” ed evidentemente non risultavo troppo credibile come “arcigna” professoressa di matematica. C’ erano, inoltre, espliciti giochi di sguardi (anche con gli altri ragazzi a dire il vero) che mi turbavano parecchio; continuavo a dirmi di non fare sciocchezze, però il mio pensiero tornava sempre lì.
    
    Un giorno, alla fine della lezione, mentre stavamo uscendo dall’ aula Roberto mi fece una battutina, niente di eccezionale, che però mi turbò:
    
    “Ma che cosa fa la ...
    ... nostra professoressa quando non è a scuola?”
    
    Rimasi colpita, non sapevo cosa dire, poi farfugliai:
    
    “Niente, faccio la mamma!”
    
    “Ma non ci credo che faccia solo quello, andrà pure a divertirsi qualche volta”
    
    “Ma dai, e poi io sono una vecchietta per voi…”
    
    “Averne di vecchiette così!” e si allontanò.
    
    Sarò anche ridicola, però quella battuta, quella manifestazione di interesse mi colpì, mi colpì duro; andai a casa e non pensai ad altro per tutto il giorno. Per un paio di giorni la situazione si ripropose, ricerca da parte di Roberto di un momento di contatto con me, qualche frase “amichevole”, scherno sempre meno convinto da parte mia, fino a che in risposta ad una frase un po’ sibillina:
    
    “Ma la nostra professoressa si divertirà qualche volta…”
    
    risposi un po’ avventatamente:
    
    “Certo, ma non so se tu saresti all’ altezza!”
    
    Mi morsicai la lingua un secondo dopo averla detta, ma ormai la frittata era fatta. E il giorno dopo ne pagai le conseguenze: in un’ atmosfera quasi surreale, era il momento della ricreazione, tutti i ragazzi erano nei corridoi, io stavo andando in sala professori e Roberto mi si avvicinò. Sembrava un semplice contatto tra studente e professore, ad uno sguardo dall’ esterno poteva sembrare una tranquillissima conversazione su temi scolastici, ed invece Roberto mi disse:
    
    “Io credo di essere all’ altezza della situazione. Anzi ne sono sicuro. Se vuoi te lo dimostro questa notte; vediamoci alle 10 davanti al Motel XXXX”. Mi disse questo ...
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