Luciana, la vicina quarantenne [4, in tutti i sensi]
Data: 08/10/2017,
Categorie:
scambio di coppia
Autore: Foreignpress, Fonte: EroticiRacconti
... pulito», dissi. «Purtroppo». Lei rise. Allora tirai fuori la lingua e diedi qualche lappata, giusto due o tre, finché non sentii che cominciava a fremere e inumidirsi. Quindi mi staccai. «Gradiranno anche il sapore», dissi. Poi uscii dal bagno, lasciandola con la fica appena bagnata e la testa reclinata all’indietro, nella distrazione del piacere. Per gran parte della cena pensai che la storia tra Riccardo G., medico, e Camilla, doveva essere qualcosa di molto ambiguo, a casa in Italia. Lei aveva meno di venticinque anni e lui più di Luciana, chiaramente, e il vecchio segno di una fede che risaltava nell’abbronzatura dell’anulare. Mi chiesi persino se fossero parenti, o patrigno e figliastra, finché Riccardo – ad pasto concluso e dopo una serie di chiacchiere sulle rispettive vacanze, intossicate dall’eccitazione – disse «D’accordo. Beviamo un altro po’ di birre, raccontiamoci chi siamo, perché siamo qui e come mai stasera abbiamo deciso di cenare insieme». Ci trovammo tutti d’accordo. Mi alzai, presi le birre rimaste in frigo, le stappai e tornai in terrazza. «Cominciate voi», disse. «Siete i padroni di casa». Luciana, l’unica a non bere, prese la parola. Da sotto il tavolo, mentre raccontava, mi strinse la mano. «Niente», disse, «Eravamo vicini di casa. Il mio matrimonio andava così così e beh, ecco, abbiamo iniziato una relazione». «Impegnativa», disse Camilla, indicando con un gesto del braccio la pancia di Luciana. Lei rise, risi anche io, e uno di noi due fece «Eh, ...
... sì», senza sapere cosa rispondere esattamente. Poi Riccardo scosse la testa. «Non intendevo questo, quando dicevo di raccontarci chi siamo», disse. «Ma forse siete un po’ inibiti. Iniziamo noi?», chiese. Camilla incrociò il suo sguardo e poi arrossì, annuendo. «Ok», cominciò. «In situazioni come questa ci si racconta così. Io ho quarantatré anni, quattro figli di cui due piccoli e due adolescenti, e una moglie che al momento non mi vede molto di buon’occhio. Sono ancora legalmente sposato, ma da tre mesi giro il mondo con Camilla. E sì, scopiamo finché non mi si seccano le palle. Tanto per rompere gli indugi». Luciana scoppiò a ridere. Lui diede un sorso alla sua birra, e durante tutta la pausa che fece fra una parte e l’altra del racconto, per bere, la guardò negli occhi, ricambiato. «Scopavamo anche in Italia, per la verità, ma con troppi sotterfugi: la sua stanza in affitto, alberghetti del cazzo, qualche amico che ci presta un appartamento. Poi la cosa è venuta fuori, fortunatamente. Sono medico e docente universitario. Camilla era la fidanzata di un mio tesista. Alla laurea di lui aveva un vestito non troppo diverso da questo, e per tutto il tempo della festa ricordo di aver pensato che volevo mettermi accovacciato dietro di lei e sfilarle le mutande da quella prospettiva. E poi guardarle questo culo mezzo aperto per tutto il tempo che il mio cazzo mi avrebbe concesso prima di volerla scopare». «E dopo due giorni mi ha scopata, in effetti», disse Camilla, mentre lui ...