Valeria
Data: 10/02/2019,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: domedeus
-Dannazione, dannazione, dannazione!!!- diceva tra sé e sé Valeria. La bottiglia dell'olio le era di nuovo scivolata tra le mani finendo a terra in mille pezzi. Valeria era in ginocchio a terra intenta a pulire il pavimento e a raccogliere tutti i pezzetti di vetro maledicendo la propria goffaggine. Sapeva che alla padrona tutto questo non sarebbe affatto piaciuto; si era tanto raccomandata di fare attenzione con quella bottiglia e lei, puff.., come una scema l'aveva fatta cadere. Eh, sì, la padrona non sarà affatto contenta appena lo saprà.L'ultima volta che era successo la padrona l'aveva frustata senza pietà: le pareva ancora di sentire i morsi dello staffile sulla sua pelle. Valeria aveva pianto, aveva urlato, aveva implorato con tutta la voce che aveva in corpo la sua padrona affinché la perdonasse e non la punisse più ma non c'era stato nulla da fare. La punizione era andata avanti sino a che Valeria non aveva sentito piccole gocce di sangue rotolarle lungo le cosce; aveva poi dovuto, come di consueto, baciare le mani della sua padrona, leccare via ogni traccia di sporco dallo staffile appena usato, riporlo nella custodia e porgerlo alla padrona ringraziandola per la lezione ricevuta.Dopo quella punizione per diverse ore era stato quasi impossibile tollerare il contatto anche solo della gonna dell'uniforme sulla pelle ferita (meno male che la padrona non le consentiva l'uso di biancheria intima); eppure sentiva che tutto questo era profondamente giusto: la padrona le ...
... aveva concesso di essere ammessa al suo servizio, la sfamava, le concedeva, se non un letto, almeno un tetto e lei era così disattenta nello svolgimento anche della più semplice della mansioni da meritare ampiamente ognuna di quelle dolorose striature che adornavano il suo posteriore.E poi, come diceva sempre la sua padrona, "le teste dure e le mani pigre vanno lavate con abbondanti lacrime". Sì, era proprio così, le severe punizioni amministrate dalla padrona erano necessarie per migliorare il suo comportamento.Del resto era stato sempre così: prima di servire la padrona, Valeria lavorava come commessa in un grande negozio di scarpe. Non che le mettessero le mani addosso, ma le sfuriate del caporeparto per la sua goffaggine erano frequenti e pubbliche e poi a lei piaceva inginocchiarsi di fronte ai clienti (di entrambi i sessi) per mostrare il campionario ed eventualmente aiutarli a calzare o a sfilare scarpe e stivali.Proprio lì aveva conosciuto colei che sarebbe divenuta la sua padrona. La Sig.ra *** era una cliente abituale e Valeria aveva subito capito che in lei c'era qualcosa di diverso da tutte le altre. Il portamento spigliato, il fare deciso, l'abbigliamento elegante e professionale e qualcosa d'altro che Valeria non riusciva a definire la attraevano come una falena al lume.Non appena entrava in negozio (e ci entrava spesso spendendo somme considerevoli�) Valeria si affrettava a mettersi a sua completa disposizione, mostrandole l'intero campionario e offrendosi di ...