Ebano bollente
Data: 13/02/2019,
Categorie:
Etero
Autore: alybas
Ero finalmente giunto a Roma, avevo avuto giusto il tempo di riposarmi qualche oretta e ora per non aver messo la sveglia rischiavo di fare tardi ad un importante appuntamento di lavoro. Il pensiero di poter arrivare in ritardo mi rendeva nevrotico uscito dal portone del palazzo, di buona lena raggiunsi la piazzetta quasi sotto casa dove presi al volo il tram, tutto mentre pensavo al ritardo più o meno abissale che avrei fatto, e quando mi resi conto che il tram era fermo ormai da vari minuti, compresi che avrei dovuto telefonare e cellulare alla mano nervosamente. Chiamai, chiamai e richiamai, ma rimasi indispettito, non rispondeva nessuno, non c�era campo, o rispondeva una segreteria telefonica, tutto tranne la persona che avrebbe dovuto rispondere. Guardai il tram e pensai a come viaggiavamo compressi e costipati, come le sardine in una piccola scatoletta, ben pigiate e ben presto mi resi che stava insorgendo in me un fastidio di quando ero in luoghi affollati. Sentivo un caldo insopportabile. Il sudore creava quella strana atmosfera pregna di odori acidi e stantii. Non mi era facile resistere. E a un bel tratto sentii un tremore, un sudore freddo e un panico irrefrenabile. Le gambe mi si stavano afflosciando, iniziai a pensare che dovevo scendere e nella frenesia di uscire da quell�imbuto, sbattei violentemente contro un grosso culo biondo, doveva essere un culo straniero, Il culo si era rivolto verso di me, nonostante lo scontro sorridendo, vidi che aveva un viso ...
... arrapante. Doveva essere tedesca o olandese. Era proprio una gran bella fica alta e soda in tutte le sue forme, giunoniche, abbondante e soprattutto sola, sulla trentina. Gli occhi chiari cerulei e soprattutto ammiccanti, tuttavia la mia mente sino a quel momento curiosa, si era andata invece ad appuntare prima su una minuscola donnina tutta tette e poi su un'altra poco distante, di colore, con i capelli ricci cortissimi, alta e distinta, anche lei sulla trentina o poco più. Fui come calamitato e sentii il bisogno irrefrenabile di avvicinarmi. Mi appigliavo come potevo, come un naufrago ai sostegni metallici. Il culo biondo vedendo che mi avvicinavo di gran carriera trasalì, pensai fosse certa di aver colpito nel segno, e mi sembrò di riconoscere nel suo volto un�eccitazione che svanì, non appena si rese conto che stavo passando oltre. L�infoiata era rimasta male. Vidi poi il suo viso e capii che in tal senso era esplicito. Era a fianco della donna di colore che mi appariva ancora più straordinariamente eccitante. Non faceva nulla per provocare questa sensazione ma ci riusciva lo stesso. Io ero letteralmente perso e credo di averle trasmesso con lo sguardo questo, ma è certo che lei non si intimidì, mi guardava e sorrideva Avrei voluto parlarle, dire molte cose, tuttavia ero inebetito. Il mio sguardo rapito doveva essere eloquente, significativo, tanto che la donna sorridendomi iniziò a parlare. Sembrava ci fosse stato un incidente sulle rotaie ed il tram non poteva ripartire. Non ...