Ebano bollente
Data: 13/02/2019,
Categorie:
Etero
Autore: alybas
... capivo la maggior parte delle parole pronunziate in un buon italiano francesizzato. Guardai l�orologio e realizzai che l�appuntamento era ormai definitivamente saltato. Iniziammo a colloquiare spesso guardandoci negli occhi e sorridendo per ogni nonnulla. La donna era affabile bellissima e soprattutto desiderabile. Avemmo dei contatti, la toccai prima inavvertitamente, poi sempre più volontariamente e lei ci stava. Aveva uno splendido corpo, nonostante fosse fasciata con panni larghi che le mascherava le forme ed un maglione con scollo a V. Ero compiaciuto di essere uscito dal mio stato di febbrile ansietà ma sentivo che stavo cadendo in uno stato di eccitazione orribile e questo poteva essere positivo ma anche negativo, poiché vivevo nel terrore che lei scendesse alla prossima fermata. Il mio pene era dritto e pizzuto, insistetti nel toccarla profumava di buono, mi sorrise. Cercavo di fare finta di niente ma questo stadio di follia mi faceva impazzire e anzi, ora avevo l�ansia di perderla anche se non la conoscevo, era solo una donna incontrata su un tram. Il culo biondo si era avvicinato, non demordeva, forse aveva capito la mia eccitazione, il mio stato di desiderio, che doveva trasparire dagli occhi dal mio modo di fare, mi resi conto che ora anche lei era al mio fianco, mi sorrideva e non mi staccava gli occhi di dosso. La negra ricominciò a parlarmi e a sorridermi con la sua bocca larga e i suoi denti bianchi. Parlai anche io, mentre la donna mi sorrideva sempre più ...
... frequentemente, forse il mio modo di fare un po� impacciato le era sembrato congeniale, lei, invece, era sempre più spigliata, brillante e divertente. Compresi al volo quando la donna sorridendo mi disse che scendeva, chiedendomi se fossi sceso anche io. Rimasi solo un attimo perplesso, poi scesi ostentando sicurezza dietro di lei, toccando voluttuosamente, di passaggio, il culo biondo che rimase deluso. Continuammo a ridere e parlare, non sapevo di preciso dove mi trovassi ma mi trovavo bene e quella donna di colore lei mi attraeva in maniera totalizzante. Per strada, la seguii passo passo, non sapevo chi era, dove andava, ma non me ne fregava più di tanto. Mi attraeva e basta, anche se pensavo che così come era non poteva essere sola, era troppo bella, bona, era troppa. Le chiesi il nome, lei sorrise e non rispose, le chiesi se era libera, fidanzata, sposata, ma lei lo stesso un sorriso. Confesso che non ci capivo più nulla. Stavo bene se non fosse stato per il mio pene prepotente arrogante che duro mi tirava tutto. Non voleva finissero questi istanti e quando dopo circa una mezzora di cammino la donna mi disse, di fronte ad una palazzina signorile, che era giunta, mi sentì trafitto. Ero eccitato all'inverosimile ma sapevo che i sogni prima o poi finiscono. Non mi aveva mai risposto, eravamo in strada, provai a chiederle un altro incontro, sorriso, il numero di telefono, sorriso, allora sconsolato indietreggiai di qualche passo e fu lei a questo punto ad avanzare verso me ...