1. La pagherai...


    Data: 14/02/2019, Categorie: Etero Autore: Alexrm

    Avevo 20 anni ancora un po' ragazzino, appena terminato il militare quando cominciai a cercare lavoro. Anche i miei mi aiutarono spargendo la voce in giro fra i vicini e gli amici. Proprio il mio vicino, che chiamerò Umberto, mi disse che aveva bisogno di un ragazzo che preparasse pacchi e facesse consegne. Umberto aveva 37 anni era un piccolo imprenditore che distribuiva prodotti e accessori per le auto, sposato da poco, circa 2 anni, con Maria. Cominciai a lavorare presso di lui e dopo qualche mese il lavoro cominciò a piacermi, stimolava la mia intraprendenza e la voglia di emergere. Quindi in poco tempo cominciai a seguire i clienti, a fare ordini e gestire al meglio il tutto. Proprio per questo motivo cominciarono i primi contrasti con Umberto, geloso dell'importanza che un suo dipendente cominciava ad avere. Il culmine fu raggiunto quando la maggior parte dei clienti cominciarono a rivolgersi a me per qualsiasi questione lasciandolo in disparte. Ultimamente parlando con Maria la moglie mi disse che la sera si sfogava con lei dicendo che io ero un presuntuoso che non seguivo quello che lui mi diceva. Maria ogni tanto passava in ufficio ma ultimamente molto più spesso forse allarmata da quello che il marito gli raccontava. Un giorno Umberto mi chiamò in ufficio e urlando come pazzo mi licenziò giustificandosi che un fantomatico cliente si era lamentato dei continui ritardi nelle consegne. Sapevo che era solo una scusa così sbottai a ridere e gli dissi che poteva anche ...
    ... inventare un'altra scusa, lo guardai in faccia e gli dissi tanto la pagherai, usci dall'ufficio e me ne andai. Non lo sentii più fino che un lunedì mi squillò il cellulare e vidi il numero del magazzino, sorpreso risposi con �dimmi che ti serve?�, dall'altra parte una voce femminile mi disse: �Ale ciao sono Maria, ti disturbo?�io: �Tu no, assolutamente no....�lei: �ok, volevo parlarti di quello che è successo con Umberto se non ti dispiace�io: �veramente non è successo nulla mi ha solo cacciato, quindi cosa dobbiamo dirci?�lei: �qui e per telefono non posso parlarti ti dispiace vederci per un caffè?�io: �ok ma solo io e te, altrimenti me ne vado....�lei: �tranquillo..sarò sola...�Ci mettemmo d'accordo per vederci il giorno seguente in un bar fuori zona. La notte non chiusi occhio pensando e ripensando cosa volesse...fino a quando un pensiero mi cominciò a punzecchiare il cervello. Non sapevo cosa volesse lei ma sapevo cosa volevo io, l'occasione per fargliela pagare stava prendendo corpo. Arrivai all'appuntamento con qualche minuto di anticipo, lei era già seduta ad un tavolino del bar, quando mi vide si alzò per farsi vedere dove era, io mi avvicinai e quando ero a pochi metri, lei si avvicinò per baciarmi sulle guance, ricambiai e si sedemmo. Lei era una splendida 32enne non molto alta circa 1,65, capelli castano chiaro tendenti al biondo, una bella terza di seno ed un culotto pronunciato che in ufficio avevo ammirato e apprezzato molte volte. Per l'occasione indossava una ...
«1234»