1. Dal diario di uno sconosciuto


    Data: 15/02/2019, Categorie: Tradimenti Autore: Zindo, Fonte: Annunci69

    ... casa mia.
    
    Questa volta Don Filippo non mi ha convinto, eppure il suo ragionamento fila. Ci ha detto quella frase latina “Verba volant, scripta manent” per dirci che nessuno all'infuori del Signore può leggere le nostre menti ed i nostri pensieri, perciò i veri segreti sono quelli che non si esternano, poi ci sono le esternazioni verbali, le confidenze dette, che fanno bene per comunicare, per sfogarsi, e che non possono ritorcersi contro chi le dice perché, se dette senza testimoni non lasciano traccia e ci ha consigliato di fare le nostre confidenze in confessione, dove nessuno sente tranne il Signore, rappresentato dal sacerdote, il quale deve dimenticare le confessioni ricevute appena rimessi i peccati e mai, neanche sotto pena di morte può rivelare ciò che ha appreso in confessione. Al confessore e solo a lui ci ha detto di dire tutto, ma soprattutto ci ha sconsigliato, anzi proibito, di scrivere confidenze su lettere ai familiari o ad amici e peggio ancora su diari, perché, appunto “scripta manent” e tutti possono rinvenire i nostri scritti e leggerli, divulgando, magari in maniera distorta, quelli che vorremmo fossero segreti. A riprova ha tirato fuori i diari rinvenuti durante le perquisizioni ed ha letto dei brani a caso, senza dirci di chi erano i diari (si dice il peccato, mai il nome dei peccatore). Per fortuna a te non ti hanno trovato. Però è vero quello che ha detto Don Filippo, lo scritto fa testo, non si può smentire se non con una controprova. Guido me ...
    ... l'aveva detto di non scrivere dei nostri incontri segreti, ma come si fa a tenersi tutto dentro? Come ha detto Don Filippo? Parlandone solo e sempre al confessore? Ci proverò. Speriamo bene.
    
    (Quello che segue è scritto su un foglio a quadrettoni, attaccato al quaderno, tra le pagine a righe, con due pezzi di scotch)
    
    Seminario Vescovile di Civita Sant'Andrea- 15 gennaio 1960
    
    Cara pagina di quaderno, uso te per esternare il mio stato d'animo di questa sera, non avendo più il mio diario che ho lasciato a casa, durante le ultime festività. Forse ti strapperò dopo, o forse, come penso, ti conserverò gelosamente per inserirti in futuro nel mio diario che ora è al sicuro. Seguendo i suggerimenti di Don Filippo sono andato a confessarmi perché sono ricaduto in peccato. Dire a qualcuno, sia pure un prete confessore, i propri segreti non è facile come dirlo ad un pezzo di carta. La carta recepisce senza far domande, senza guardare negli occhi. Si accontenta di quello che scrivi senza indagare. E' stato duro oggi trovare l'equilibrio tra l'essere sincero come voleva che fossi Don Armando che mi ha confessato e l'essere accorto come mi consiglia sempre Guido. In fondo dovevo confessare i miei peccati, non quelli di altri, perciò non potevo né dovevo parlare di Guido ma Don Armando ha insistito, ha cercato in tutti i modi di farmi dire tutto, anche i particolari ma sono orgoglioso di me perché non ho detto né quando, né dove, né con chi faccio certe cose. Ho solo detto, come si deve ...
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