1. Fuga da succhiare


    Data: 17/02/2019, Categorie: Tradimenti Autore: Libero4ever, Fonte: Annunci69

    Era un luglio caldo. Mi trovavo a bordo di una grande nave passeggeri che, dopo due giorni di navigazione, mi avrebbe portato a Barcellona, in Spagna. In qualità di rappresentante di un’importante casa farmaceutica, ero stato prescelto -nonostante la mia giovane età – per partecipare ad un importante congresso.
    
    La nave era appena uscita dal porto e, come sempre avviene, mi aggiravo nel salone di I^ classe e nei corridoi, per studiare un po’ le fisionomie dei passeggeri ed un po’ i macchinari e l’arredo. Mi sentii toccare il braccio e mi girai. Un ufficiale addetto alla nave, dopo avere avuto conferma delle mie generalità, mi chiese se potevo usargli una cortesia.
    
    C’era una signora, invalida, la quale, accompagnata dal marito, si recava a Barcellona per un intervento chirurgico la cui data le era stata comunicata all’ultima ora. Purtroppo sulla nave non c’erano posti disponibili, tranne nella mia cabina di I^ classe a due letti (che io avevo voluto tutta per me, per evitare, appunto, scomode compagnie) .
    
    L’ufficiale mi pregava di ospitare la signora nella mia cabina per due notti. Il marito mi avrebbe restituito metà dell’importo speso per l’esclusiva dell’appartamento. Sbirciai al di sopra della spalla del mio interlocutore e, non lontano, vidi una bella donna bionda, seduta su una sedia a rotelle e, accanto a lei, un uomo anziano che le teneva la mano. Dissi all’ufficiale che non c’era alcun problema se non quello di una convivenza “sui generis” tra persone che ...
    ... non si conoscono. Naturalmente rifiutai qualsiasi forma di pagamento.
    
    Seguirono le presentazioni, le scuse per il disturbo, i ringraziamenti e tutti gli altri convenevoli del caso. A sera, verso le ore 22, la signora espresse il desiderio di ritirarsi in cabina per distendersi. Diedi le chiavi al marito che, dopo una ventina di minuti, me le restituì, dicendomi che lui avrebbe riposato su una poltrona-letto del salone.
    
    Ci scambiammo i numeri dei cellulari, restando intesi che, in caso di bisogno, io avrei potuto chiamarlo in qualsiasi momento.
    
    Mi avviai così verso la cabina, bussai lievemente ed entrai con circospezione, pensando di trovare la signora gìà immersa nel sonno. Si chiamava Lisa ed era molto bella. I suoi occhi azzurri ed i capelli biondi facevano da sfondo ad un ovale perfetto. Le sue labbra erano carnose e ben truccate ed i denti bianchissimi. Mi pregò di sedermi sul bordo del letto, accanto a lei, e mi narrò delle sue vicissitudini, di suo marito e, in genere, della sua vita. Aveva riposto tutte le sue speranze in questo intervento chirurgico che – le avevano assicurato – l’avrebbe portata ad una sicura guarigione. Mentre narrava, cominciò a toccare , con mio grande imbarazzo, il mio petto attraverso la camicia aperta e, forse dal mio sguardo interrogativo, mi disse che ero davvero un bel ragazzo , molto “stuzzichevole”.
    
    Lisa, secondo una mia stima, non aveva più di 40 anni, mentre io ne avrei compiuti 25 da lì ad un mese. Ad un certo momento le sue ...
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