Aprendo
Data: 21/02/2019,
Categorie:
Prime Esperienze
Autore: primaesperienza11
... anche piuttosto pesanti. Qualche carezza non troppo innocente sul culo nel suo ambiente non era un’esperienza assolutamente imprevedibile, degli strusciamenti mentre ci si spostava tra le varie scrivanie o corridoi, un braccio che sfiorava un seno, un erezione che solleticava un fianco. A seconda dell’interlocutore, ma anche dell’approccio, a volte Angela aveva dato un po corda, vuoi accavallando più spesso del dovuto le gambe che mostravano un bel po di coscia, vuoi “dimenticando” di allacciare un bottone della camicetta, così come indugiando un po più a lungo del necessario in quei contatti ravvicinati. Ma quelle poche volte che qualcuno aveva tentato di scavalcare quel confine che lei si era auto imposta, era riuscita sempre a rimettere in riga il malcapitato. Anche se, in alcune occasioni, aveva tentennato.
E allora, perché questa volta era diverso? Perché, si chiese, la sera prima sarebbe stata anche disposta a scendere con quel tizio alla fermata se lui glielo avesse ordinato?
All’intimo, seguirono gli abiti per la giornata: una gonna bianca che terminava poco sopra il ginocchio, con un piccolo spacco sul lato sinistro e una camicetta di seta color violetta che metteva in risalto il seno, con una scollatura molto pronunciata interrotta dal primo bottone piazzato ben sotto all’attaccatura del seno. La breve primavera sembrava già essere svanita e anche se era solamente tardo aprile, Roma pareva già essere preda dell’estate. Per i suoi piedini che spesso ...
... solleticavano la fantasia maschile scelse un paio di sandali bianchi, tacco 10, caratterizzati da una banda centrale e striscioline verticali che inguainando il piede ne esaltavano la femminilità.
Il solito tragitto in macchina dalla periferia all’inizio della città alla ricerca di un parcheggio, poi la metropolitana fino a Colosseo, poi l’autobus. Quando la metro si fermò a Castro Pretorio, Angela sentì l’agitazione crescerle addosso mentre, provando a ingannare se stessa, provava a vedere se lo sconosciuto della sera prima fosse salito nel suo vagone. Niente. Eppure, fino a quando non arrivò il momento di scendere, rimase sempre con la segreta speranza che il suo sguardo avrebbe incrociato quegli occhi azzurri.
Arrivò in ufficio poco dopo le 10. “Maro’, e che hai combinato questa notte?” la salutò con la sua voce allegra Stefano, uno dei suoi colleghi preferiti. “O devo chiamare Piero per avere dettagli?” scherzò, mentre si infilava nel suo ufficio.
“Meglio di no, o quei pochi capelli che ti ritrovi potrebbero diventare dritti” stette al gioco con una risata. Si sedette alla scrivania, accese il computer. Poi prese il blackberry per fare la prima di una lunga serie di telefonate e vide quel numero impresso come ultima chiamata: 335…… Rimase a guardarlo a lungo, imbambolata, mentre tra le gambe sentiva un calore crescente. Poi, d’impulso, premette il logo Blackberry, fece scorrere la rotellina fino alla voce “Aggiungi alla rubrica”, la selezionò e digitò un nome.
7. La ...