1. Aprendo


    Data: 21/02/2019, Categorie: Prime Esperienze Autore: primaesperienza11

    ... sicuro come quella sera nella metro. Il vestitino che indossava, poi, era perfetto: semplice ma sexy, con quella leggerezza estiva che permetteva agli occhi di disegnare la forma del corpo in controluce. E poi, ad aggiungere la ciliegina, le scarpe che per prime avevano attirato il mio sguardo quella sera.
    
    Imbarazzata, incerta, persino un pò paurosa, la donna dopo avere mosso un solo passo all’interno della stanza si era fatta immobile. In quel lungo minuto che seguì, mentre nessuno dei due osava spezzare il silenzio, l’unico suono che si amplificava era quello della vecchia pendola nell’angolo della sala. Mentre lei non sapeva cosa fare, io aspettavo…
    
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    Era interdetta. Dal momento in cui aveva varcato la soglia del salone e aveva visto l’uomo seduto nella poltrona, immobile se non per il gesto di bere quello che sembrò essere del cognac o del whisky, Angela non sapeva come comportarsi. Nelle fantasie che l’avevano accompagnata fino a quella casa, si era immaginata un’evoluzione diversa dei fatti: presa, braccata, denudata non appena avesse fatto un passo oltre la soglia. Invece era lì, ferma in quel salone, davanti a quell’uomo il cui sguardo profondo sembrava entrare nel profondo della sua anima.
    
    “Buon…” provò a rompere il ghiaccio, ma l’indice che si posò sulle labbra dell’uomo le mozzò il resto della parola in gola.
    
    Passò un minuto buono, che sembrò infinito, scandito dal ritmo lento e antico del vecchio orologio alla sua sinistra. Provò ...
    ... a muovere un passo verso l’uomo, ma ancora una volta un gesto fermo della mano le impose di fermarsi. “E ora cosa faccio”? si chiese Angela, sempre più angosciata da questa impasse assolutamente imprevista. “Non posso parlare, non posso muovermi, cosa cavolo vuole”? si tormentò.
    
    Poi, mentre cercava una soluzione, si ricordò di quella frase: “Mi sto chiedendo come saresti vestita solo di queste scarpe”. Inghiottì un pò di saliva, fece un respiro profondo. “Del resto sapevi che quando saresti venuta qui sarebbe stato per essere scopata no? O pensavi che ti avrebbe invitata per una partita a carte” si arrese. Con la mano abbandonò la borsetta per terra al suo fianco. Poi, lentamente, con gesti che le costavano una fatica immane, gli occhi piantati in quelli dell’uomo, cominciò, dall’alto verso il basso, a sbottonare uno a uno i bottoni del vestito. Le mani tremanti per il nervoso ma anche per un’eccitazione crescente, Angela sciolse tutti e sei i bottoni poi, afferrati i lembi del vestito, lo aprì lentamente, mettendo in mostra il suo corpo, ora protetto solo da mutandine e reggiseno. La pelle sudata, i capezzoli duri sotto il reggiseno, la pelle d’oca che le regalò un tremito improvviso, Angela fece cadere il vestito.
    
    L’uomo era rimasto immobile, come se quello fosse uno spettacolo che lo lasciava del tutto indifferente, ma i suoi occhi non seppero nascondere un guizzo quando le mani di Angela si piegarono dietro la schiena per liberare i fermagli del reggiseno. Dopo un ...
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