1. Aprendo


    Data: 21/02/2019, Categorie: Prime Esperienze Autore: primaesperienza11

    ... attimo che le parve durare un’eternità, Angela scrollò le spalline e con un gesto pudico fece scivolare a terra anche il reggiseno.
    
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    Aveva capito cosa volessi, e fu davvero difficile riuscire a mantenere il viso impassibile, mentre le sue mani armeggiavano con i bottoni e svelavano ai miei occhi sempre più del suo corpo. Il vestito scivolò a terra, lei fu scossa da un brivido, il mio corpo reagì: sentivo il cazzo premere sotto la stoffa dei pantaloni e il respiro aumentare. Aveva buon gusto nel vestire, il completo intimo che indossava me lo confermò, mentre lentamente le sue mani sparirono dietro la schiena e andarono a sciogliere il reggiseno. Quando anche il pezzo di stoffa raggiunse il vestito ai suoi piedi, le sue mani salirono a coprire i seni in un gesto di istintiva pudicizia. Bastò però scorrere in modo quasi impercettibile la testa per far sì che le mani andassero a posarsi lungo i fianchi.
    
    I seni, una seconda misura abbondante, ondeggiavano lievemente al ritmo di un respiro sempre più affannoso. Sodi, alla francese, con i capezzoli che puntavano leggermente verso l’alto, resistevano con lode alla lotta con la forza di gravità. I capezzoli, lunghi, grossi, appuntiti, risaltavano sulla pelle bianca. Immaginai mille modi di dolci (e meno dolci) torture a quelli che ritenevo tra i punti più desiderabili di una donna, mentre i pollici si infilavano ai lati delle mutandine e lentamente iniziarono a liberare anche l’ultimo ostacolo che ancora ...
    ... si frapponeva tra il suo corpo e i miei occhi. Apparve una strisciolina bruna di pelo, ben curata, all’altezza del monte di Venere, quindi due labbra rigonfie e, lo potevo vedere anche a quella distanza, bagnate di piacere. Con un movimento che mi stupì piacevolmente, la donna calò le mutandine fino alle caviglie, mantenendo le gambe perfettamente dritte e piegando verso di me il busto, cosa che mi permise di apprezzare ancor di più il seno. Arrivata all’altezza delle caviglie, sollevò prima una, poi l’altra gamba, gettò gli slippini da un lato e si rialzò. Maestosa.
    
    “Vi eravate chiesto come sarei stata vestita solo delle mie scarpe. Spero che la visione sia di Vostro gradimento” disse mentre mi fissava fiera negli occhi.
    
    Mi alzai e lentamente mi portai davanti a lei. A pochi centimetri dal suo viso l’eccitazione era ancora più palpabile, quei capezzoli ferrei mi facevano voglia di chinarmi verso di lei, prenderne uno in bocca e mordere fino a sentirla gridare. Mi chinai e raccolsi vestito, mutandine e reggiseno. “Sei eccitata come una cagna” le sussurrai guardandola negli occhi, mentre mi portavo gli slip al naso. Aveva un buon odore.
    
    Feci un passo indietro. “Girati. Piano” ordinai. Lentamente voltò su se stessa in un 360° che mi permise di apprezzare un culo ben proporzionato, sodo, probabilmente frutto di costanti esercizi in palestra. Quando il suo sguardo tornò a incrociare il mio, allungai la mano sinistra, strinsi forte il capezzolo destro e indietreggiando la ...
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