Aprendo
Data: 21/02/2019,
Categorie:
Prime Esperienze
Autore: primaesperienza11
... un attimo la testa sotto il tailleur piazzando un’altra veloce leccata sulle cosce posteriori.
“Buonanotte Francesco, ci vediamo presto” salutò Angela, mentre il ragazzo apriva la porta del suo appartamento e dava un rapido scrollone a Frido che invece avrebbe preferito godere ancora della compagnia di Angela.
“Buonanotte Angela, salutami Piero” rispose, prima di chiudere la porta.
Angela si diresse davanti alla sua porta. Filtrati, le giunsero i rumori della televisione, probabilmente i ragazzi stavano guardando un film. Si appoggiò di spalle al portoncino blindato, la testa sul legno, le gambe leggermente divaricate. Aveva così tata voglia di godere che avrebbe potuto iniziare a masturbarsi lì, sul pianerottolo, e chissenefrega se qualcuno fosse apparso all’improvviso davanti a lei. Passò un lungo minuto, durante il quale nella sua mente si ripresentò il film di quell’incredibile ultima ora, provò a ritrovare il ritmo del respiro, si rassettò alla bel e meglio la gonna, aprì la borsetta, estrasse le chiavi e aprì la serratura.
“Ragazzi, Piero, sono arrivata”.
4. Lo specchio
Rapiti dall’ennesima serata calcistica, Marco e Matteo, lanciarono un distratto “Ciao mamma” a Angela, che seguendo una scia profumata si diresse in cucina.
“Ciao Piero, scusa il ritardo” sussurrò Angela, mentre sollevandosi sulle punte indirizzava un bacio sulla guancia al marito che, dandole le spalle si stava esibendo ai fornelli. “Ho finito tardi e poi ho pure sbagliato uscita ...
... della metro” disse, mentre con il petto aderiva alla schiena del marito.
“Senti senti, deve fare fresco fuori stasera” sogghignò Piero, al quale non era sfuggito lo sfregare dei capezzoli della moglie sulla schiena. Ma quando si girò, Angela sculettando aveva già preso la strada del bagno.
“Fai presto o la cena si fredda” le urlò mentre sentiva la porta chiudersi.
“No, non fa fresco, anzi ! È solo che ho una tremenda voglia di essere scopata” fu il pensiero che attraversò la mente di Angela.
Davanti al grande specchio, lo sguardo eccitato puntato verso la sua figura, Angela cominciò un lento spogliarello. Sbottonò i bottoni della giacca e con i lembi aperti indugiò per qualche sulla visione della camicetta bianca, il bottone ancora slacciato dall’incursione della mano di pochi minuti prima. “Guardati qua”, si disse mentre lentamente fece scivolare la giacca a terra e poi, con una lentezza esasperata, iniziò a sbottonare la camicia. “È così che ti piacerebbe guardarmi?” si rivolse con l’immaginazione al misterioso uomo della metropolitana, mentre un bottone dopo l’altro la camicetta si apriva, lasciando spazio a un reggiseno nero di pizzo. Quando tutti i bottoni furono aperti, Angela afferrò i lembi della camicia e la tirò fuori dalla gonna, i seni ancora protetti dal reggiseno che svettavano all’infuori, uno sguardo famelico sul volto. In trance, salì con le mani verso le sue coppe, poi avvolse i capezzoli tra le dita e, con una mossa fulminea che le strappò un ...