Padre e figlio
Data: 26/02/2019,
Categorie:
Cuckold
Autore: Nadia76
... per questo motivo, una fantasia difficilmente realizzabile, mi attraeva. A me questo bastava, non avevo bisogno di realizzarla invece a Marco no, lui era più materiale, la trasgressione la doveva vivere.Il mio rifiuto di farlo, con Carlo e Vittorio e soprattutto il rifiuto a farlo con Carlo e Laura, a Marco non era piaciuto. Penso che l�idea di farlo con Laura era diventata un ossessione. Avevo paura che Marco l�avrebbe organizzato comunque, senza la mia presenza e questo mi angosciava. Decisi di abbassare l�asticella gli proposi, scherzando di fare una cosa a cinque, però io dovevo essere solo sua, gli altri dovevano arrangiarsi. L�idea di guardare padre e figlio alle prese con la futura moglie e nuora era eccitante, anche se improbabile. Mi sbagliai, il trio non solo era disponibile, ma già affiatato. Incredibile, nel viaggio alla scoperta della trasgressione, stavo scoprendo un mondo sotterraneo molto più perverso di quanto potessi immaginare.L�incontro si organizzò a fatica, per assurdo la cosa più impegnativa fu trovare il luogo. Assolutamente, non volevo farlo più a casa nostra. Già l�ultima volta m�imbarazzò moltissimo incontrare lo sguardo del vicino della casa di fronte, il giorno dopo l�incontro con Carlo e Franco. Non mi disse niente ma dal ghigno che mi fece, mi lasciò intendere di aver intuito, la causa dei �rumori� provenienti da casa mia. E poi non da trascurare, d�ora in avanti, ci tenevo ad avere un mio posto sicuro.Non vi descrivo il casino e la sporcizia ...
... del luogo in cui l�incontro avvenne, un locale dove un complesso di amici, nel seminterrato di un magazzino, si trovava per suonare e dalla presenza di tonnellate di lattine e di bottigliette di birra vuote, si trovava a bere e festeggiare. Un casino pazzesco, cavi ovunque, strumenti musicali lasciati sul pavimento. Le pareti rivestite con della gomma piuma che si staccava in più punti. Appena entrati, avanzavamo a fatica, cercare un posto dove appoggiare i piedi era un impresa. I divani in velluto erano �decorati� da così tante macchie che sembravano stampate. Una sensazione di sporco ovunque si guardasse, posaceneri pieni all�inverosimile. La moquette, intrisa di polvere, posata ovunque, per insonorizzare, creava un silenzio irreale. Tutti ci guardavamo attorno cercando di trovare una cosa positiva in quel luogo. Il silenzio venne interrotto da Carlo che ridendo disse che di sete sicuramente lì, non saremo mai morti...scoppiammo tutti a ridere. L�idea di spogliarmi in mezzo a quel casino era l�ultima che mi passava per la testa. Cominciai ad apprezzare l�idea di indossare autoreggenti e scarpe con il tacco. Cominciammo a toglierci gli impermeabili, li appoggiammo entrambe sulla batteria. Forse per l�agitazione e l�imbarazzo ma il caldo in quel locale veniva amplificato. Erano presenti due divani da 3 posti e una poltrona, tutti di tipo diverso. Come tavolino, un cubo rivestito di moquette, rossa a macchie..Gli ometti si sedettero per primi, Carlo e Vittorio da una parte e ...