1. L'amico nero di mio figlio p.4


    Data: 03/03/2019, Categorie: Tradimenti Autore: maialazzo

    Dopo che mio figlio mi aveva visto spompinare selvaggiamente il cazzone del suo amico, mi si ponevano due questioni davanti: uno, cosa avrei dovuto dire a Riccardino? Con che coraggio avrei potuto affrontarlo? Due: sapevo che volevo provare il bastone di Jerome, ma come farlo senza umiliarmi (troppo)?
    
    Per la prima domanda la risposta la trovai presto: era meglio stare zitti, fare come se niente fosse. Io avevo le mie belle colpe, ma anche lui si era compromesso parecchio! E poi cosa avrei dovuto fare? Dirgli "scusa, ma la mamma ha fatto un po' la troia con il tuo amico"? Meglio far finta di niente....
    
    Il secondo problema era più complicato: una volta che mi ero tolta il velo di pudore con cui mi proteggevo, ero ben conscia che solo il suo cazzone poteva placare il prurito che da oltre dieci giorni mi affliggeva, ma non potevo chiedere il suo numero a Riccardo come mi aveva suggerito lui, era troppo umiliante! Riuscii allora a sottrarre il cellulare a mio figlio un giorno mentre si faceva la doccia, e a recuperare il numero di Jerome. Quando fui sicura di essere sola, tremante composi il numero e attesi.
    
    - Pronto?
    
    - Ciao Jerome, sono la signora Monica.
    
    Riuscii a dire con voce falsamente allegra.
    
    - Sapevo che avresti chiamato.
    
    Disse in modo sicuro e serio. Non aggiunse altro, al chè io attesi. Dopo un lungo momento in cui pensai di riattaccare aggiunse:
    
    - Domani alle 14.30 da mio nonno. Saremo soli. Vieni preparata.
    
    E riappese lui.
    
    Cosa voleva ...
    ... dire con "vieni preparata"? Al momento non ci pensai a lungo, dovevo organizzarmi con gli orari: dovevo andare a prendere Riccardo a scuola all'una e mezza, portarlo a casa, fargli da mangiare e uscire. Tempi stretti... Inoltre dovevo pensare ad una scusa sul dove sarei stata: ovviamente in ufficio! Avrei detto che dovevo rientrare pomeriggio per un lavoro urgente, a volte capitava, non sarebbe stato sospetto.
    
    Tutto filò liscio: andai a prendere Riccardo a scuola, gli dissi che sarei dovuta rientrare in ufficio, non aveva problemi, ma mi chiese se lui e papà potevano ordinare una pizza per cena nel caso avessi fatto tardi. Strana domanda; solo un paio di volte avevo fatto così tardi sul lavoro da non tornare a casa per cena. Evidentemente anche questa volta sapeva qualcosa... Poichè contavo di rientrare comodamente per cena, gli risposi che non ce ne sarebbe stato bisogno.
    
    Appena finii di preparargli il pranzo, corsi in camera a cambiarmi.
    
    Avevo pensato a lungo a cosa mettermi, come una debuttante sedicenne, ma alla fine pensai che era meglio non sbilanciarmi troppo; un vestitino con spalline semplice ma aderente, un po' scollato sopra e a metà coscia sotto, molto leggero, un perizoma nero da urlo sotto e reggiseno in tinta. Sandali con tacco per finire. Semplice ma sexy (speravo), e l'abbronzatura di questi ultimi weekend completava il tutto e stava benissimo con la mia criniera bionda.
    
    Un po' emozionata uscii e salii in macchina: non avevo mai tradito mio marito, e ...
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