1. Va all'inferno


    Data: 03/03/2019, Categorie: Comici Autore: Maks, Fonte: EroticiRacconti

    ... galeotto quella notte fu il vino e chi lo bevve, certo, ma ricordare la sfrontatezza di un angelo nell'esigere di essere leccata, posseduta, sbattuta mi toglieva il sonno, e il fiato... Una creatura divina in un animo diabolico, che mi relegò in un incantesimo che si fece doppia condanna: oltre a mio fratello, persi definitivamente la capacità di rinnamorarmi di un'altra. Tachicardico smisi di suonare, rinunciai a dormire, di fare qualsiasi altra cosa se non di desiderarla: l'amavo ancora, l'amavo alla morte! E lei? A malapena mi avrebbe notato nel frastuono della festa. Sarei arrivato all'indomani a pezzi, teso, distrutto. Non avrei azzeccato una nota, certo, e la stessa consapevolezza di aver bisogno di un profondo sonno ristoratore sembrava scacciarlo, mentre le forze fisiche mi abbandonavano definitivamente e quell'ossessione continuava a martellarmi il cuore e il cervello. Sul palchetto mi sistemai in posizione defilata, accanto al batterista, dietro alla prima linea piano voce chitarra. All'arrivo dei novelli sposi nel locale attaccammo un medley di pezzi dance che nemmeno sapevo di conoscere. Gli invitati rispondevano alla grande, spronandoci a tenere alto il ritmo. L'atmosfera di festa era da sballo, poi d'improvviso, la sua figura si stagliò di fronte a miei occhi. Eccola tra quei veli bianchi, perfetta in tutti i dettagli: brillanti le unghie, splendente l'anello, il suo sorriso, i capelli raccolti e due boccoli neri ad incorniciarne le labbra rosse e il ...
    ... nasino da bambina... una stella, un'esplosione di luce e bellezza! Francesca quella sera era molto più bella che nei miei ricordi... poi nella confusione un incrocio di sguardi e gli attimi si fecero eterni: Abbracciata al fortunato sposo, i suoi occhi si incollarono ai miei, che non desistevano dal godersi ogni sua movenza, ogni sua smorfia di stupore prima, di gioia un attimo dopo. Sembrava parlarmi, voler chiedermi qualcosa, mentre io mi divertivo a dichiararle il mio antico amore col labiale degli stupidi ritornelli del brano di turno. La serata scorreva confusa e magica, in un clima surreale: ogni qualvolta cercavo un contatto visivo con Francesca, lei era già lì, che sistematicamente anticipava i miei occhi coi suoi, come due ludopatici intrappolati in un gioco stupido e pericoloso, sempre pronti a rilanciare la posta più in alto. Sarà stato il volume della musica, il fumo a digiuno della sera precedente, l'immancabile birra sul palco, ma non so cosa accadde di preciso, né come, che smarrita la strada per il cesso, ci ritrovammo io e Francesca a fine festa in un corridoio oscuro, con gli ultimi invitati schiantati qua e là su divani e giacigli improbabili, come anime dannate disseminate in un girone dell'Inferno. Finalmente l'avvicinai, splendida e impeccabile pur in quel decadente contesto, con lo stesso sguardo sfacciato che mi aveva divertito e torturato per tutta la sera, per tutta la vita: "ehi sposa, sei meravigliosa! Ho sempre pensato che ci sarei stato io su ...