1. L'estro amoroso - Cap 3: Helga


    Data: 07/03/2019, Categorie: Etero Autore: Roca, Fonte: EroticiRacconti

    Helga La domenica trascorse lentamente, ero ansioso di incontrarmi nuovamente con quellHelga La domenica trascorse lentamente, ero ansioso di incontrarmi nuovamente con la misteriosa ragazza che sinceramente mi faceva pena, con Helga era diverso, quella mi eccitava veramente, l'avrei scopata volentieri per vedere se nel piacere rimaneva ancora fredda e distaccata. A questo pensavo nell'avvicinarmi al tavolino dove la bionda mi aspettava. Mi sedetti davanti a lei, un brivido percorse la mia schiena quando gli occhi verdi si piantarono sui miei. - Se mi avesse dato il suo recapito telefonico non l'avrei disturbata, lo scriva qui! Scrissi il mio numero di telefono sul taccuino che la bionda aveva spinto davanti a me insieme a una matita, li restituii chiedendo: - Perché? - Per un po di tempo non occorrono le sue prestazioni. - Come mai? Chiesi sorpreso. - Glie l'ho detto, non ne ha più bisogno, si tenga pronto fra. . . diciamo un mese. Oh a proposito. . . ha una ragazza, una donna con la quale. . . mi capisce vero? Disse. - No, non ne ho. . . perché me lo chiede? - Dovrebbe evitare contatti sessuali non sicuri, riservarsi per Solange. - Un mese? Non posso prometterglielo, a meno che. . . - A meno che? Chiese sollevando le sopracciglia. Adesso o mai mi dissi, respirai profondamente e lanciai la proposta. - A meno che lei. . . non lo farebbe per Solange? La risata fredda, beffarda della bionda mi raggelò. - Lo sa che é davvero sciocco? Se lo tolga dalla testa! Si alzò ...
    ... bruscamente e senza salutarmi si avviò con passo sicuro verso la macchina parcheggiata poco lontano, udii il motore avviarsi e la macchina partire. - Ho davvero esagerato! Mi dissi avviandomi verso la mia Panda. Invece, la domenica successiva alle dieci ricevetti la telefonata di Helga, voleva parlarmi. Mi diede appuntamento per il pomeriggio alle due; sorpreso scrissi l'indirizzo che mi diede raccomandandomi. - Non amo aspettare quindi sia puntuale! Alle due meno cinque ero all'indirizzo indicato, un palazzo altissimo adibito ad uffici, tutte le persiane abbassate dicevano che era deserto. Il sole quasi a picco faceva sentire un calore afoso, una vettura si fermò poco lontano, la bionda scese salutandomi con un breve cenno del capo. Il caldo non sembrava aver nessun effetto su di lei, chiusa in un tailleur simile a quello che gli aveva visto, la camicetta bianca severamente abbottonata fino al collo lasciava vedere i polsini candidi che spuntavano dalle maniche della giacca. Aprì la porta con la chiave precedendomi verso l'ascensore, salimmo al decimo piano in un silenzio che metteva soggezione, mi chiesi cosa avesse mai da dirmi. Seguii la donna che con passo deciso camminava davanti, notai lo spacco della gonna che lasciava vedere i polpacci ben torniti nelle calze di un leggero color fumé, le caviglie nervose, le scarpe dai tacchi alti il cui ticchettio sul pavimento ricordava la cadenza del passo militare. Non vi era nulla di languido nel suo incedere, nonostante questo un non so ...
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