L'estro amoroso - Cap 3: Helga
Data: 07/03/2019,
Categorie:
Etero
Autore: Roca
... dava il calore nel quale ero immerso. Chino su di lei, gli occhi calamitati dagli occhi verdi temetti di non riuscire a resistere al calore del suo ventre, fu per sfuggire al suo sguardo che calai la bocca su un seno, sentii il turgore del capezzolo contro la lingua, la mossi contro il duro bottoncino, lo succhiai continuando a muovere la lingua. Le mani di lei furono sul mio capo, poi la sua voce: - Sei proprio un ragazzo Cal, un caro ragazzo! Le mani spostarono il mio viso sull'altro seno, mi sembrò di udirla sospirare, che sollevasse il busto per offrirli all'esplorazione della bocca che li percorreva salivando abbondantemente. Quando mi soffermai nella loro valle le mani lasciarono i miei capelli per premere entrambe i seni contro le mie guance. Sollevai il capo, i capezzoli si erano incupiti, spostai la bocca dall'uno all'altro, mi parvero più lunghi, più duri, anche le aureole sotto le mie labbra si erano sollevate maggiormente. Sospirava Helga sentendosi suggere, mantenne i seni accostati invitandomi a banchettare con i duri rilievi poi le mani mi respinsero. - Accarezzami dentro, si, col tuo Stùck. . . adagio, lentamente! Nel sollevarmi sentii la sua vagina, la sua fica contrarsi attorno al pene, l'espressione del suo viso aveva perso quell'aria ironica, sarcastica, persino il suo sguardo si era addolcito, vidi negli strani occhi una sorta di sofferenza. Arretrai le reni e spinsi lentamente fino in fondo gustando la carezza che ricevevo nel pene, lo vidi uscire fra ...
... le labbra spesse trascinando le labbrette diafane e i succhi che lo bagnavano abbondantemente, ma alla donna non sembrava ancora abbastanza. - Aspetta, lascia fare a me! Disse. Si aggrappò al bordo del tavolo per avanzare, ad ogni sua spinta il membro si faceva strada nel suo grembo scivolando, aprendo la bella vulva. - Oh Helga. . . sei stupenda! Esclamai. Esultai, malgrado l'implicito rimprovero alla mia goffaggine ero dentro di lei, nella fica che tanto avevo sognato, ne sentivo il calore attorno al membro, ne vedevo la base immersa fino ai testicoli che entravano nelle sue natiche, contro il buco del suo culo! Mi guardò sorridendo con condiscendenza. - Non sei poi così male, hai un discreto Stùck. . . solo non avertene a male se ti dico che devi ancora imparare ad usarlo! Ne fui lusingato, lo aveva ancora chiamato “Stùck”, come certe nostre bigotte dava un nome fantasiose al pene per non chiamarlo “cazzo”. Il mio “Stuck” apriva le sue carni respingendo ai lati le grandi labbra facendole apparire più grassocce. Al di sopra dell'asta il rimanente delle carni scintillavano bordate da quello che rimaneva delle labbra pallide ora rientrate trascinate dal membro, e il rilievo del clitoride; vi portai le dita accarezzando la deliziosa cresta. La donna fremette chiudendo un attimo gli occhi. - Mhhh! ! ! Non farlo. . . non ancora, lascia che scorra su di te. . . conserva le tue forze per dopo, godi ragazzo, godi! Sollevò il busto puntando i gomiti sul tavolo, cominciando una lenta ...