Si accettano caramelle dagli sconosciuti - VII
Data: 07/03/2019,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: Molly B
... collo. È lento, lascivo, provocante. Il suo respiro mi investe, amplificato dalla mia pelle umida, mentre scende. Arriva all’incavo alla base del mio collo, baciando e leccando e succhiando. Punta verso il seno. Deve abbassarsi per raggiungerlo. Si appoggia con le mani al muro; mi tocca solo e soltanto con la sua bocca. Restare in silenzio mentre lo osservo togliere lentamente la Nutella dal mio petto sembra semplice, ma appena raggiunge il capezzolo sinistro vorrei urlare. Lo succhia d’improvviso fortissimo, e devo mordermi il labbro per cercare di restare composta. Riguadagno un respiro quasi regolare mentre si sposta sul seno destro, ma di nuovo quando arriva al capezzolo mi sembra di morire dal piacere. Non si accontenta di succhiarlo. Lo intrappola tra i denti e guizza con la lingua sulla sua sommità. Vorrei gemere, spingere il mio corpo contro il suo ed aggrapparmi alle sue spalle. Ma non posso. Non vuole, e quindi non posso e non voglio nemmeno io. Vorrei e non voglio. Resto in bilico nella contraddizione, tentando di non emettere il minimo suono. “Bene…” sussurra, continuando a scendere. Avverto un leggero fastidio quando raggiunge il ventre, che diventa solletico. La mia pelle è così sensibile… trattengo il fiato, riducendo le sensazioni, per evitare che un movimento involontario rovini tutto. Arrivato al monte di Venere sento il suo fiato caldo accarezzarmi, la sua guancia resa ispida da un accenno di barba poggiarmisi contro. Lo osservo, incantata. Non esista un ...
... istante, si tuffa tra le mie gambe. Afferrandomi per i fianchi, mi esplora con la lingua e mi trasmette tutto il suo desiderio. Sentire la sua voglia mi stordisce. Mi aggrappo al muro come posso, spingendo i polpastrelli contro la parete, tentando in ogni modo di restare immobile. Mi mordo la lingua. Trattengo il respiro, perché non percepisca quant’è irregolare. Le tante ore di apnea svelano un’utilità insperata… Con le labbra mi avvolge il clitoride, lo stringe e lo tira a sé. È irresistibile, mi porta vicinissima all’orgasmo ma mi intuisce abbastanza bene da negarmelo. Gode di questo, è palese, e io godo del mio essere capace di assecondare il suo ordine. “Non venire, non venire, non venire” ripeto a me stessa, mentre mi penetra con la lingua e mentre poi mi fa tremare premendomi contro il mento ispido. Alza gli occhi ed incrocia i miei, lucidi. “Ti voglio in piedi, davanti al divano. Gambe dritte, spalancate. Schiena piegata in avanti. Mani sui cuscini della seduta. Ora”. Riapro gli occhi in tranche, perdendomi nei suoi. Indecifrabile come sempre. Mi posiziono come mi vuole. Mi sento tremendamente esposta, mentre mi raggiunge. “Vai scopata per quello che sei. Una puttanella perennemente in calore.” Quella frase mi arriva addosso come una frustata. Non ho il tempo di indugiarci, una contatto freddo sulla figa richiama la mia attenzione. Un oggetto metallico affonda in me. Lo immagino corto e non troppo grosso. I miei muscoli, desiderosi, vi si stringono attorno. “Vuoi essere ...