Si accettano caramelle dagli sconosciuti - VII
Data: 07/03/2019,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: Molly B
... scopata eh?” “Sì… ti pre… ti prego” ansimo, mentre muove l’oggetto in me. “Oh ma questo non va qui, gattina. Ora lo infiliamo al suo posto”. Quando la punta arrotondata dell’oggetto, che capisco essere un plug metallico, risale tra le mie natiche, ho un brivido. Non sono affatto abituata ad essere penetrata analmente. Lo sa, ne abbiamo parlato a lungo passeggiando per le calli. Ciò nonostante, anzi forse proprio per questo, punta il plug alla mia rosellina. È coperto dalla mia eccitazione, e lo sento lentamente scivolare. Una sensazione di fastidio mi avvolge, mentre lo spinge lento ma inesorabile in me. Non deve essere troppo grosso, non avverto dolore, ma quel corpo estraneo non mi piace. Chiudo gli occhi e sopporto, fino a quando non è in posizione. “Bene… ora avrai quel che tanto desideri” promette. Inclinata in avanti come sono, lo vedo abbassarsi boxer e pantaloni. In un unico movimento affonda in me. Non posso che gemere di sorpresa e di piacere, quasi vengo istantaneamente. Si muove dapprima lento, gustandosi la sensazione della mia figa già pulsante e permettendo a me di notare come il plug e il suo cazzo spingano uno contro l’altro, facendomi sentire riempita. Poi aumenta il ritmo, aggrappandosi ai miei fianchi. Mi regala spinte forti, secche, da togliere il fiato. Il crescendo dei colpi mi fa capire che non resisterà a lungo nemmeno lui. Man mano che l’orgasmo si avvicina i miei muscoli si tendono, e sono sempre più ...
... consapevole di quel corpo estraneo. Con la mano lo muove appena, ed un miscuglio di sensazioni mi investe e mi stordisce. Una rapida serie di colpi più forti mi fa venire, con le gambe tese e le mani aggrappate ai cuscini del divano, liberando la voce che avevo trattenuto a fatica prima, tremando tra le sue mani per l’orgasmo e per il piacere di sentirlo godere in me quando subito dopo mi raggiunge. Resta in me a lungo, godendosi la sensazione della mia figa che ritmicamente gli si stringe contro. Rinunciamo alla colazione e pranziamo. Sto lavando i piatti quando il suo telefono suona. “Lavoro, ci metterò un po’” borbotta, infastidito. “Di domenica?” “Purtroppo.” Si chiude in una stanza in fondo al corridoio, che intuisco essere lo studio. Non resisto, mi avvicino alla porta e capto qualche parola. Sembra essere davvero una questione di lavoro… decido allora di agire. Tutte le mie cose sono già tutte riposte nel trolley e nella borsa. Agguanto entrambi, mi infilo il cappotto e mi confondo in un attimo tra le calli. Non sopporto gli addii, tollero male gli arrivederci. Preferisco scomparire prima che si sia costretti a cercare qualche frase di circostanza. Quando la sua telefonata sarà terminata, troverà sul tavolo della cucina un bigliettino col mio numero. Chissà se sorriderà come spero, vedendo il musetto stilizzato di una gattina. **** Questo è l’ultimo capitolo della serie. Spero vi sia piaciuta. A me, scriverla, moltissimo.