1. Da un gentile amico : la vicina


    Data: 10/03/2019, Categorie: Etero Autore: 1945

    un gentile �amico�: la vicina.Si, sono un porco. Lo so e non mi vergogno ,anzi.Da piccolo ogni occasione era buona per sfogare le mie voglie. Mi bastava una figura femminile, esposta sui giornali che leggeva mamma, per chiudermi in bagno e dar sfogo alle mie pulsioni sessuali. Nulla di strano, solo che mi capitava due/tre volte al giorno. Tutti i giorni.Mia madre mi diceva: hai delle occhiaie che�ma com�è che sei sempre stanco?Io sapevo. Lei no.Ho cominciato verso i dodici anni e sino ai sedici/diciassette mantenni il ritmo giornaliero.Poi conobbi le femmine.La prima volta che Maria toccò il mio pisello fu uno sballo. La mia prima figura di m�.Non superai i venti secondi. Penso che battei tutti i record di velocità di �venuta�.Persino Maria, che era più giovane di me, mi guardò perplessa.Nel tempo migliorai e crescendo mi formai anche come uomo.Ai venticinque anni ero un metro e ottantacinque con un discreto fisico frutto dei miei assidui impegni sportivi.Iniziai a lavorare già l�anno prima della laurea, ed in breve guadagnai in modo soddisfacente.Ma per quello che interessa ero �cresciuto�, molto, nei rapporti interpersonali. La mia dialettica, il mio modo di fare piaceva molto, sia agli uomini che alle donne e ciò mi permise di fare molte esperienze : professionali e non.Anche il mio approccio alla vita si modificò. Feci mio il conosciuto detto: domandare è lecito, rispondere�. Lo applicai sul lavoro, con gli amici, ma soprattutto con le donne. A quel detto ne aggiunsi ...
    ... un altro, che mi fu raccontato intorno ai miei venti anni: quanti schiaffi, ma quante scopate.L�applicazione costante dei due metodi , accompagnati certamente da altri fattori personali e materiali(es. disponibilità economica, casa propria, parlantina e sempre disposto a mettersi in gioco, ed altro ancora�.) mi fece fare tantissime esperienze con le amicizie femminili.Dai ventiquattro anni in poi, ogni giorno, era l�occasione per provare una nuova esperienza .Quasi ogni sera uscivo con una diversa ragazza. Allora non c�erano smartphone o cellulari e per gli appuntamenti, personali o professionali, si utilizzava il telefono di casa o d�ufficio. In alternativa si faceva di persona. Comunque fosse si segnava l�appuntamento sull�agendina di carta.Bene, avevo l�agendina così piena che per vedere nuovamente la stessa ragazza doveva trascorrere anche un mese. Uscivo con la una ragazza una volta e poi potendola rivedere solo dopo un certo tempo la �perdevo�.Si ripeteva spesso il seguente copione : conoscevo, uscivo, perdevo.Ero in continua �corsa� come se volessi recuperare qualcosa�Questo modo di fare mi aveva corazzato il cuore. Mi piacevano, ma non avevo voglia o tempo di innamorarmi.Le chiedevo di uscire (seguivo un mio clichè consolidato che funzionava abbastanza): se accettava bene, altrimenti avanti la prossima.Per non rimanere con �buchi� in agenda �muovevo� le richieste in anticipo e non avevo, quasi mai, serate scoperte.Non è che non prendessi �due di picche�; ne ho presi ...
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