Un paziente della dottoressa Angela - 300€
Data: 11/03/2019,
Categorie:
Etero
Autore: Angela Kavinsky
Era un caldo pomeriggio di agosto e quel bagno certamente non aveva un buon odore, ma non mi importava: la presenza di Marta era rassicurante. Marta era sempre stata mia compagna di classe sin dalle elementari; dopo le superiori avevamo scelto facoltà universitarie diverse e ci eravamo persi di vista, nonostante vivessimo nello stesso piccolo paesino di montagna. Non eravamo mai stati amici in realtà, ma conoscenti. Per andare a scuola prendevamo lo stesso pullman, e i nostri genitori si conoscevano, e per loro era rassicurante vederci assieme. Marta era una bella ragazza mulatta, di origini brasiliane, adottata da genitori italiani che non potevano avere figli. Era alta, mora, con la parte destra della testa adornata da lunghi capelli neri, mentre a sinistra era in parte rasata. Scelta stilistica discutibile, ma a 22 anni le si poteva perdonare tutto. Aveva grandi occhi neri ma quello che davvero mi faceva impazzire era il colore della sua pelle: puro caramello, come quello delle barrette al cioccolato. Io avevo appena finito di giocare a calcetto con degli amici, ed ero tutto sudato. Lei, con delle amiche, si allenava per la partita di pallavolo del prossimo sabato. quando l’ora si era fatta tarda e tutti se n’erano andati, ci eravamo ritrovati nel bagno della cooperativa sportiva in cui passavamo buona parte dei nostri pomeriggi, e lei mi aveva chiesto dei soldi. “è venerdì, stasera voglio divertirmi! Ecco a cosa mi servono i soldi!” “Non puoi chiederli ai tuoi?” le ...
... chiesi. “Non vogliono darmeli! Dicono che molte persone si trovano un lavoro mentre studiano all’università… vorrebbero che mi trovassi un lavoro! Ma te lo immagini? Già faccio fatica con lo studio…” Io studiavo e avevo anche un lavoretto part-time in un fast-food, ma non dissi niente per non darle torto. “Non è che ti ci compri cose vietate… come l’erba, vero?” chiesi. Lei mi strinse con la mano il pisello. “Ma che dici? Lo sai che sono una brava ragazza; mica mi drogo!” Io me ne stavo schiacciato contro il muro del bagno, mentre lei faceva scivolare la sua mano su e giù, concentrandosi in particolare sul sollecitare la mia cappella. “50…” disse. “20” le risposi. E lei si bloccò. Mi lamentai non poco e le intimai di continuare. “ok allora facciamo 30 ma ti prego non ti fermare!” “ho detto 50!” “50 per una sega? Ma dai… 30 sono sufficienti!” “ma dai tu sei pieno di soldi! E poi lo so che hai sempre avuto una cotta per me… dammene 50 dai!”. Mi infilò la lingua in bocca e il movimento della sua mano si fece molto più ampio. Ora partiva dalla punta del cazzo e arrivava fino alle palle. Indossando lei dei cortissimi pantaloncini di jeans, la punta del mio pisello di tanto in tanto strusciava contro la sua morbida coscia. Non appena rimasi senza fiato, lei tolse la sua lingua dalla mia bocca, si scostò e la sua mano iniziò a muoversi come alla velocità della luce sul mio cazzo, che sparò ad una distanza di almeno due metri. Sbuffai come se fossi una mongolfiera bucata e le gambe mi ...